A ogni sostituzione di calendario, esperti, commentatori e cronisti di ogni settore vengono messi all’angolo e costretti a vaticinare sui trend dell’anno che verrà.
A volte è dura descrivere il presente, figuriamoci il futuro. Ancora di più nel settore tecnologico, dove certe previsioni entusiastiche o si sgonfiano (il metaverso di Zuckerberg) o vengono rinviate anche di un decennio (gli occhiali smart di Google). Ma se proprio devo puntare il dito in direzione di qualcosa che oggi è di nicchia e che al 31 dicembre 2025 si sarà fatto strada tra l’opinione pubblica, questo qualcosa è il computer quantistico. Non sono io a dirlo: le Nazioni Unite lo scorso 7 giugno, hanno proclamato il 2025 come l’anno della scienza e della tecnologia quantistica per celebrare i 100 anni dai documenti fondativi della disciplina di Heisenberg, Born e Schrödinger. Ma la parte teorica dà spazio anche alla parte pratica, con l’impiego delle particelle subatomiche della meccanica quantistica in elettronica. I computer quantistici sono dei supercomputer che, sfruttando la meccanica quantistica, sono in grado di eseguire in frazioni di secondo i calcoli che i computer tradizionali (dai nostri smartphone fino ai mega calcolatori del Cern) impiegherebbero millenni. La tecnologia del quantum computing è stata teorizzata negli anni ’80 ma solo oggi sta vedendo la luce, e anche in Italia: i computer quantistici, per funzionare, hanno bisogno di tantissima energia, nanotecnologie e materiali rari. Questa sconfinata potenza di calcolo ci permetterà di padroneggiare nuovi materiali – decisivi per la transizione energetica – scoprire nuove cure per le malattie, alimentare in modo nuovo le intelligenze artificiali. Grazie al cloud, accedere al calcolo quantistico sarà sempre più facile ed economico per le aziende e le istituzioni anche senza possederne l’infrastruttura. I prossimi anni – e forse già il 2025 – riserveranno sorprese.