Guardare al digitale con speranza per un cristiano non è un’opzione, ma un dovere, anche e soprattutto perché sopra di esso si stanno addensando nubi minacciose.
Rosy Russo, fondatrice di “Parole O_stili” e componente del gruppo di missionari digitali di “La Chiesa ti ascolta”, guarda allo speciale focus che il Giubileo del 2025 dedicherà ai missionari digitali: «Come testimoni di Speranza, siamo chiamati a vivere questo spazio con uno sguardo nuovo, orientato all’inclusione e alla verità. Essere missionari digitali non significa semplicemente “essere presenti” sui social, ma creare relazioni autentiche, portare il messaggio del Vangelo nelle “periferie esistenziali” e rispondere alle domande di senso che emergono da un mondo sempre più frammentato». Non da soli: «L’esperienza di iniziative come “La Chiesa ti ascolta” dimostra che fare squadra è essenziale. La comunità digitale può e deve diventare uno spazio di ascolto, dialogo e formazione. Attraverso percorsi strutturati e strumenti come siti dedicati, profili social e momenti di autoformazione, possiamo consolidare una presenza che sia insieme professionale ed evangelica. Papa Francesco ci invita a essere creativi e coraggiosi, annunciando la misericordia di Dio con linguaggi comprensibili per le nuove generazioni». Che messaggio lasciare al 2025? «La necessità di essere comunità, di vivere i social come spazi missionari, consapevoli delle loro contraddizioni ma anche delle loro straordinarie potenzialità». Se i social media promettono di rimuovere filtri anche a costo di favorire hate speech e divisioni, per il cristiano la libertà di parola «non è mai un “tutto vale”, ma una ricerca di verità e comunione. In questo cammino, ogni post, ogni interazione può diventare un seme di speranza, un invito alla riconciliazione, un segno di quella misericordia che abbraccia tutti».