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Quero Vas e Alano di Piave. Una fusione possibile
Quero Vas e Alano di Piave si stringono la mano avviando l’iter per “accorparsi”. Maggiori contributi, ma anche una progettualità contro il calo della popolazione
Quero Vas e Alano di Piave si stringono la mano avviando l’iter per “accorparsi”. Maggiori contributi, ma anche una progettualità contro il calo della popolazione
Da due Comuni a uno per ottenere più contributi e affrontare al meglio le sfide del futuro. Quero Vas e Alano di Piave hanno avviato ufficialmente la procedura di fusione, con la stesura di uno studio di fattibilità e la relativa presentazione ai propri consigli comunali il 13 dicembre scorso. Il processo, in realtà, avverrà sulla scia della storia più recente dei due enti locali. In primo luogo perché lo stesso Quero Vas è il risultato della fusione nel 2013 tra le precedenti e omonime municipalità, ma anche perché le due realtà amministrative attuali operano già come l’Unione dei Comuni Setteville, condividendo molteplici servizi. Proprio Setteville è il nome più probabile del nuovo ente se mai la procedura andrà in porto, in riferimento alle sette frazioni complessive: in tutto appena seimila abitanti ma oltre cento chilometri quadrati di superficie. Una delle ragioni alla base della fusione è comunque il contrasto al calo demografico generando valore per il territorio. Un’altra, messa in chiaro dallo studio stesso, è l’avvio di economie di scala da un’unica struttura amministrativa. «Nei prossimi mesi ci confronteremo con la Regione e infine indiremo il referendum – spiega il sindaco di Quero Vas Bruno Granolla – Il prossimo anno sarà infatti il decennale della precedente fusione: avviandone un’altra beneficeremo di altri finanziamenti, in aggiunta ai precedenti che tanto hanno giovato alla nostra comunità».
Granolla si mostra ottimista sul buon esito del processo, nonostante i precedenti non positivi di alcune fusioni comunali: «C’erano perplessità anche da noi, ma i benefici concretizzatisi dal 2013 a oggi le hanno fugate tutte. Anche le minoranze consiliari sembrano compatte verso questo obiettivo, al massimo chiedono altri dati». Nessun problema neppure dall’eventuale nuova organizzazione degli uffici: «Le tecnologie informatiche possono far molto». Ancora più entusiasta la collega Amalia Serenella Bogana di Alano: «Ora o mai più. Come municipalità montana ci ritroviamo con una popolazione anziana e in calo, una presenza rilevante di stranieri e nel contempo tante difficoltà nel sociale: da anni, per esempio, non riusciamo a erogare contributi per le associazioni. Per non parlare delle spese energetiche, che ci costringono a spegnere i lampioni dalle 23 alle 5. Urge pertanto diventare qualcosa di più grande, attraverso il sostegno finanziario delle istituzioni maggiori. Tanto siamo già una zona geograficamente omogenea e l’esperienza in atto dell’Unione Setteville ha aperto la strada. Con la riorganizzazione del personale otterremo pure maggiore efficienza». E i titubanti? «C’è sempre chi teme il cambiamento. Ma mostreremo dati certi alla nostra gente, alla fine i vantaggi saranno chiari a tutti».
Due Comuni, Quero Vas e Alano di Piave, rispettivamente di 3.100 e 2.700 abitanti, 67 e 36 chilometri quadrati di superficie. Sette frazioni storiche in tutto. Una storia recente che ha visto la convergenza sempre maggiore delle due amministrazioni. Una storia molto più antica, con una pieve a Quero a fare da riferimento per il territorio fino al Settecento, nonché la presenza attigua di un castello.