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Selvazzano senza sindaco
Selvazzano Dentro A dieci mesi dal termine naturale del mandato, il Comune è stato commissariato. Fatale l’approvazione del rendiconto di gestione
Selvazzano Dentro A dieci mesi dal termine naturale del mandato, il Comune è stato commissariato. Fatale l’approvazione del rendiconto di gestione
Alla fine Selvazzano Dentro è stato commissariato. Il Comune di 23 mila abitanti si era arenato sul rendiconto di gestione senza più recuperare la maggioranza consiliare necessaria per l’approvazione. Questo, nonostante la discussione si sia protratta per ben tre sedute, l’8 e il 27 giugno e l’11 luglio. A poco sono serviti i tentativi, da parte della (ex) sindaca Giovanna Rossi, di convincere i consiglieri che avevano votato contro il documento consuntivo. Come neppure sono bastate le decisioni dei due prefetti di Padova avvicendatisi nei giorni scorsi, Raffaele Grassi prima e Francesco Messina poi, di concedere una terza seduta di consiglio per evitare un commissariamento a pochi mesi dal naturale rinnovo amministrativo. «Avevo cercato in tutti i modi un confronto con i membri del consiglio, ma coloro che avevano votato contro di me o si erano astenuti – spiega Alla fine Selvazzano Dentro è stato commissariato. Il Comune di 23 mila abitanti si era arenato sul rendiconto di gestione senza più recuperare la maggioranza consiliare necessaria per l’approvazione. Questo, nonostante la discussione si sia protratta per ben tre sedute, l’8 e il 27 giugno e l’11 luglio. A poco sono serviti i tentativi, da parte della (ex) sindaca Giovanna Rossi, di convincere i consiglieri che avevano votato contro il documento consuntivo. Come neppure sono bastate le decisioni dei due prefetti di Padova avvicendatisi nei giorni scorsi, Raffaele Grassi prima e Francesco Messina poi, di concedere una terza seduta di consiglio per evitare un commissariamento a pochi mesi dal naturale rinnovo amministrativo. «Avevo cercato in tutti i modi un confronto con i membri del consiglio, ma coloro che avevano votato contro di me o si erano astenuti – spiega Giovanna Rossi – qualcuno di questi ultimi non mi ha neppure dato riscontro. Mi dispiace per la comunità del territorio, ma io resterò a disposizione per il bene di tutti e non escludo di ricandidarmi per la prossima tornata elettorale». Su quest’ultimo punto è al momento abbastanza cauta. Le resta piuttosto l’amarezza, condivisa dai suoi fedelissimi, per la particolarità del momento in cui il commissariamento avviene. «Che senso ha tutto questo a dieci mesi di scadenza del mandato effettivo? Penso alle opere pubbliche che resteranno bloccate, alle realtà associative che rimarranno senza sostegno. Oltretutto con un avanzo di amministrazione così ampio». È molto raro anche il fatto che il commissariamento avvenga quando c’è di mezzo il rendiconto, seppure sia un’eventualità contemplata dall’ordinamento degli enti locali. L’accusa ufficiale da parte dei consiglieri avversari di Rossi è di aver fatto poco in questi quattro anni di amministrazione. «Siamo passati per la pandemia e mille altri problemi, era veramente difficile fare di più. Oltretutto abbiamo fatto ripartire la macchina comunale dopo i tanti pensionamenti» ribatte l’ex sindaca. Il tutto in un Comune già politicamente frammentato, perché Rossi si era separata due anni prima dal predecessore Enoch Soranzo, attuale presidente del consiglio comunale e rappresentante di Fratelli d’Italia, con cui era stata eletta. Una frattura divenuta poi un terremoto, visto che si parlava di commissariare la stessa sede di Fratelli d’Italia di Selvazzano. Persino il mondo associativo si era diviso sulla questione: 29 società avevano mandato una lettera aperta all’amministrazione municipale, ma alcune se ne sono dissociate successivamente affermando di non aver dato alcun consenso all’invio dello stesso documento. Ora il futuro immediato delle loro attività passa per la figura del commissario, il cui primo confronto con la decaduta amministrazione è avvenuto il 14 luglio; in quella data è stata finalmente approvato il contestato rendiconto.
L’assemblea dei sindaci della provincia di Padova ha approvato lunedì 17 luglio, con 39 voti favorevoli (Provincia compresa), 8 contrari e un astenuto, le deroghe ai provvedimenti regionali di contenimento dell’inquinamento atmosferico. Le misure, che saranno adottate da ottobre di quest’anno ad aprile 2024, renderanno omogeneo il territorio durante le allerte per l’inquinamento atmosferico, e per rendere più efficaci i provvedimenti stessi. Il dispositivo del Ttz (il Tavolo tecnico zonale) tiene conto delle indicazioni della Regione e prevede una serie di deroghe che consentiranno mobilità alle imprese e ai lavoratori pur rispettando le norme in tema di emissioni. Le deroghe sono facoltative e i Comuni potranno adottarle, adottarne di più restrittive oppure mantenere quelle regionali. Alcune disposizioni sono: in occasione delle festività natalizie, le attività commerciali potranno operare anche in caso di segnalazione semaforo giallo; possono circolare veicoli di trasporto di pasti confezionati per le mense o veicoli a basso impatto ecologico anche in caso di allerta arancione o rossa; i veicoli che svolgono attività di soccorso, pubblico servizio e trasporto pubblico.