Fatti
Terrassa Padovana. Anche a Terrassa manca il medico di base
Terrassa Padovana. A fine mese appenderà il camice al chiodo il dottor Veronese, operativo nella frazione Arzercavalli. Gli oltre mille pazienti in attesa di un sostituto
FattiTerrassa Padovana. A fine mese appenderà il camice al chiodo il dottor Veronese, operativo nella frazione Arzercavalli. Gli oltre mille pazienti in attesa di un sostituto
Il problema della scarsità di medici di base si sta facendo sentire anche a Terrassa Padovana. Il piccolo Comune della Conselvana (poco meno di 2.700 abitanti) ha dovuto salutare la scorsa primavera il dottor Giuseppe Sguotti. E a fine mese se ne andrà in pensione anche Giuliano Veronese, operativo nella frazione Arzercavalli. Ma se Sguotti è stato rimpiazzato dal collega Laercio Antonio Pandini, che peraltro ha portato con sé nuovi pazienti, ancora non si riesce a trovare un sostituto per il medico di Arzercavalli e i 1.109 cittadini da lui seguiti. «A riguardo, da settimane noi dell’amministrazione comunale ci sentiamo con l’Ulss 6 – spiega il sindaco Modesto Lazzarin – Veronese ha maturato tutti i requisiti per il pensionamento il prossimo 1° febbraio, non sono possibili proroghe. A questo si aggiungono altre difficoltà: una, il fatto che Veronese non abbia aderito alla medicina integrata di territorio, modalità che regola il mutuo supporto di colleghi in caso di ferie, malattie e corsi di aggiornamento; due, che abbia l’ambulatorio nella propria abitazione e che quindi questo spazio non si possa più utilizzare. Per carità, si tratta in entrambi i casi di scelte motivate e più che legittime da parte di un professionista. Ma che richiedono ulteriori e importanti sforzi sia al Comune che all’Ulss». A dir la verità Lazzarin e i suoi assessori avrebbero già individuato una soluzione per il luogo fisico delle visite. «Vorremmo adibire degli appositi spazi comunali, abbiamo già individuato la possibile sala. Se però qualche privato ci volesse dareuna mano e mettere a disposizione locali suoi, ben venga». La questione è stata messa in evidenza pure dalla consigliera regionale di Forza Italia Elisa Venturini, in uno degli ultimi appuntamenti regionali dell’anno appena trascorso: in una nota alla direzione generale dell’Ulss 6, Venturini ha chiesto delucidazioni sullo stato dell’arte. Questo, perché non è possibile neppure ricorrere ad altri medici della zona, visto che gli stessi già si accollano persone prima seguite da colleghi ora in pensione. Lo scorso ottobre le zone carenti in Veneto risultavano 586: di queste, 209 sono state coperte di recente grazie a incarichi temporanei assegnati a corsisti.