«Se i bambini sono il futuro del mondo, aiutare i bambini a crescere bene significa prenderci cura del nostro futuro». Commenta così l’assessore regionale alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, la scelta della Giunta regionale di approvare tre provvedimenti per sostenere il diritto di ogni bambino di crescere in un ambiente che favorisca relazioni affettive, educative e sociali stabili e significative. Con il primo, la Regione ha stanziato, per il 2025-2026, 440 mila euro al sostegno delle adozioni nazionali e internazionali per le coppie che intendono intraprendere questo percorso. Un secondo provvedimento ha stanziato 2,5 milioni di euro per sostenere i Comuni fino a 20 mila abitanti nel pagamento delle rette dei minori in comunità. Un aiuto concreto perché il pagamento delle rette rappresenta per le amministrazioni comunali un’assunzione di spesa obbligatoria e non dilazionabile che, in particolare per quelli più piccoli, incide fortemente sugli equilibri di bilancio. L’ultimo provvedimento ha stanziato 4,8 milioni di euro per l’affido familiare dei minori in situazioni di disagio e su questo in dieci anni la Regione ha impegnato quasi 49 milioni di euro: «Attraverso questo istituto, infatti, viene riconosciuto a Comuni e Aziende Ulss se delegate, un contributo per il sostegno economico alle famiglie affidatarie, nell’ambito di un adeguato ed efficace contesto di programmazione delle risorse accoglienti del territorio – spiega l’assessore Lanzarin – Gli interventi si inseriscono in un sistema articolato e proattivo che combina finanziamenti diretti, programmi innovativi e supporto integrato ai territori. L’obiettivo principale, così come sancito dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e recepito dal Tavolo di coordinamento regionale per la tutela dei minori, istituito nel 2016, è quello di prevenire abusi e maltrattamenti, assicurando che ogni bambino possa crescere in un contesto familiare sano, sicuro e protetto, intervenendo in modo preventivo per contrastare fenomeni di disuguaglianza sociale, dispersione scolastica e separazioni familiari inappropriate». Sui progetti di affido familiare punta anche il Comune di Padova e qui attualmente di attivi ce ne sono 60. Le famiglie affidatarie ricevono un sostegno economico sotto forma di contributo mensile per aiutare a coprire le spese di mantenimento del minore affidato. «Le risorse a sostegno delle famiglie affidatarie vengono ripartite annualmente dalla Regione del Veneto, che riconosce l’affido familiare quale risorsa finalizzata a supportare i minori e le loro famiglie in difficoltà – spiega Margherita Colonnello, assessora al Sociale del Comune di Padova – La nostra amministrazione continua a investire con convinzione sull’affido e sulla solidarietà familiare, riconoscendo in queste esperienze un presidio fondamentale di sostegno, protezione e crescita per i minori in situazioni di fragilità. I fondi recentemente stanziati ci permettono di dare continuità a progetti consolidati e di rafforzare una rete di servizi che, grazie al lavoro competente e multidisciplinare del Centro per l’affido e la solidarietà familiare, accompagna ogni fase del percorso affidatario: dalla sensibilizzazione alla formazione, dal sostegno socio-psicologico all’abbinamento tra minore e famiglia». Importante anche la collaborazione con l’Università di Padova, «che rappresenta un’opportunità concreta per innovare le pratiche e valutare l’efficacia degli strumenti utilizzati» e anche il progetto “Vivo vicino”, che conta una quindicina di collaborazioni e che «conferma la nostra volontà di costruire una comunità più consapevole, solidale e pronta ad accogliere. Coinvolgere i cittadini, promuovere la cultura dell’affido e valorizzare il ruolo dei volontari significa creare un ambiente dove nessun bambino sia lasciato solo e ogni famiglia possa sentirsi parte di un tessuto sociale attento e responsabile» conclude l’assessora Colonnello. «Attraverso gli Ats sono state costituite delle reti multiprofessionali e interistituzionali allo scopo di rafforzare una tempestiva e continuativa presa in carico delle famiglie multivulnerabili per promuovere le genitorialità – sottolinea l’assessore regionale Lanzarin – Al momento sono 536 i nuclei familiari risultati ammissibili al progetto e ad aprile per 354 di questi si è già riunita l’equipe multidisciplinare interservizio, per 186 sono stati attivati dei voucher di sostegno e altri 161 hanno iniziato a beneficiare dei servizi».
“Vivo vicino” è un progetto attivo a Padova che promuove l’affido e la solidarietà familiare. Anche piccoli gesti possono fare la differenza: passare un pomeriggio con un bambino, accompagnarlo a scuola, guardare insieme un film. Il prossimo incontro informativo è mercoledì 18 giugno nella sede dell’associazione Genitorialità, in via Aspetti 148, dalle 20.30 alle 22.30 (www.genitorialita.it).
Secondo gli ultimi dati, risalenti al 31 dicembre del 2023, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in Italia ci sono 30.936 minori fuori famiglia (esclusi i minori stranieri non accompagnati) che vivono per almeno cinque notti a settimana in comunità residenziali o all’interno di famiglie affidatarie. Un dato in linea con quello dell’anno precedente. Di questi 30 mila, i minorenni in affidamento familiare, secondo i dati del Sistema informativo dell’offerta dei servizi sociali, sono 12.632, ma salgono a 15.006 se si considerano tutte le forme di affidamento familiare, anche con modalità inferiori alle cinque notti di permanenza in famiglia. Calcoli alla mano, meno della metà dei minori fuori famiglia può contare su una famiglia affidataria, mentre la maggioranza di loro è collocata all’interno delle comunità.