Una serata per dire “scusa”: Padova riflette sul passato coloniale italiano
Officina Nonviolenta invita a una “serata di scuse” il 3 novembre, alle 19, in piazza delle Erbe, a Padova, insieme alle comunità albanese e del Corno d’Africa. Un gesto simbolico per riconoscere le responsabilità del colonialismo italiano e promuovere memoria, pace e consapevolezza collettiva
Comunicato stampa
«Io mica c’ero». «Beh, io non ho mica colonizzato nessuno». «È una serata in cui tu chiedi scusa a tutti?».
Sono interessanti queste prime reazioni alla proposta di Officina Nonviolenta, uno spazio informale e intergenerazionale per riflettere su pace, memoria, diritti umani e nonviolenza. Il 3 novembre, il gruppo propone una serata di scuse: alle 19 ci si raduna in piazza delle Erbe, a Padova, sotto alla mappa dell’Italia imperiale (in caso di maltempo sotto ai portici di via Oberdan) con due comunità padovane di origine straniera: quella albanese e quella del Corno d’Africa, luoghi invasi e colonizzati dal Regno d’Italia, teatri di soprusi, massacri, deportazioni tenute all’ombra della nostra memoria collettiva.
«In questi tempi in cui sono in pieno svolgimento un genocidio travestito da tregua e una settantina di conflitti armati o latenti, tutte le guerre sono una ferita dentro di noi – si legge nel comunicato stampa – Nel nostro piccolo, pensiamo che uno dei modi di bloccare la spirale di violenza, che stiamo attraversando, sia rendersi conto che non siamo dalla parte giusta della Storia e se desideriamo che vengano riconosciuti i torti subiti dai popoli dobbiamo prima di tutto essere consapevoli che anche il popolo in cui ci identifichiamo ha compiuto e compie efferatezze ai danni di altri».
L’appello prosegue: «Le nostre memorie pubbliche e familiari coprono il tempo del colonialismo e del fascismo con un velo pietoso, ma che ne è dei popoli che abbiamo invaso? Abbiamo chiesto loro perdono per i massacri? Per gli internamenti? Per le politiche di cancellazione delle culture originarie? Siamo così sicuri che non interessi loro che gli italiani e le italiane prendano consapevolezza di quanto compiuto nelle loro terre di provenienza dai nostri antenati? Come possiamo affrontare le difficoltà di oggi senza rielaborare i traumi di ieri?»
Da qui la serata di scuse. Per chiedere scusa per gli orrori compiuti in Albania, in Somalia, in Etiopia e in Eritrea – solo alcune delle tante Nazioni invase dal Regno d’Italia; ma sarà solo un fatto simbolico – «Auspichiamo che presto si possa essere fieri delle nostre istituzioni, capaci di chiedere perdono pubblicamente con il giusto rispetto e la dignità che spetta alle sovranità degli altri».