La storia di Arzercavalli
“Arzer de cavalli” viene menzionato per la prima volta in un atto del 1165. Il toponimo sta a indicare la consuetudine di far trainare i burci, le tipiche barche che navigavano lungo i canali padovani, dai cavalli sull’argine. Eretta a parrocchiale alla metà del Quattrocento, la chiesa di Arzercavalli è stata legata alla famiglia veneziana dei Bernardi e quindi al patronato del comune.
“Arzer de cavalli” viene menzionato per la prima volta in un atto del 1165. Il toponimo sta a indicare la consuetudine di far trainare i burci, le tipiche barche che navigavano lungo i canali padovani, dai cavalli sull’argine.
Dopo il Mille il territorio di Arzercavalli (il nome si impose dopo il 1900) fu interessato da importanti opere di canalizzazione che favorirono la navigazione e l’agricoltura locale.
La chiesa viene nominata per la prima volta in occasione della visita pastorale del 1449
All'epoca era cappella dell’arcipretale di Bovolenta, ma non aveva sacerdote. Solo pochi anni più tardi, intorno al 1455, divenne cappella “curata”, ossia con un prete, e nel 1463 fu eretta a parrocchiale.
A metà del Cinquecento San Giacomo passò sotto il patronato del nobile Alvise Bernardi e un secolo più tardi sotto quello del comune. Nel 1780 fu proprio quest’ente a pagare le spese per il restauro e l’ampliamento dell’edificio, che conserva al suo interno tracce degli affreschi quattrocenteschi.