A Padova il primo sportello contro le mafie

Il patto territoriale per la legalità, sottoscritto a Padova nei giorni scorsi, mette in sinergia Libera, Avviso pubblico, camera di commercio, sindacati, associazioni di categoria e dei consumatori e ordini professionali. Il primo frutto dell'accordo per la promozione di azioni più efficaci per la difesa della legalità contro le mafie sarà lo sportello "Sos giustizia" che aprirà in camera di commercio a breve.

A Padova il primo sportello contro le mafie

Sarà il primo sportello antimafie del Nord. Il sesto – dopo i quattro avviati in Campania e Calabria e quello in Emilia Romagna – che l’associazione Libera realizza a sostegno di imprenditori e cittadini che rischiano di cadere, o che sono già caduti, nelle maglie della criminalità e del racket. La sede, operativa entro un mese, sarà all’interno della camera di commercio di Padova, in piazza Insurrezione (nella foto in alto), dove i volontari dell’associazione fondata da don Luigi Ciotti nel 1995, faranno da collegamento tra cittadini, associazioni di categoria e le istituzioni (comune, questura, prefettura...), affinché i tentativi di infiltrazioni mafiose nel sistema socio economico locale siano bloccati sul nascere.

A stabilire la nascita dello sportello “Sos giustizia” è stata, nei giorni scorsi, la sottoscrizione a Padova del patto territoriale per la legalità a cui hanno aderito Libera, Camera di commercio, Avviso pubblico, tutte le organizzazioni sindacali, ordini e collegi professionali, associazioni di categoria e dei consumatori della provincia per impegnarsi a promuovere una maggior cultura della legalità e la lotta alla corruzione, facendo leva sulla responsabilità individuale e sociale. «Il percorso – spiega Matteo Lenzi, coordinatore di Libera Padova – è iniziato in tutte le province venete già nel 2012, ma Padova è la prima a creare un presidio territoriale come previsto dal protocollo d’intesa. Il Veneto, a causa soprattutto della crisi economica degli ultimi anni, è visto come terra di reinvestimento di capitali da parte delle mafie, perché quando il terreno è fragile è più immediato mettere radici...».

Ma le mafie non portano ricchezza: limitano la libertà degli imprenditori con un sistema di regole sleali che, alla fine, si ritorcono contro, facendo perdere il controllo della propria azienda. «A Padova non è stato firmato soltanto un impegno sulla carta – continua Lenzi – ma il primo segnale pubblico dichiarato che le mafie ci sono, esistono e vanno combattute anche qui».

Il patto padovano ha due meriti che amplificano, in maniera più efficace, quello già siglato a novembre 2012 a Treviso: la nascita dello sportello “Sos giustizia” e il coinvolgimento dei professionisti degli ordini professionali in collegamento con le pubbliche amministrazioni per un’azione più strutturata nel contrasto al racket sul territorio. Fondamentale, a tal proposito, l’attività di Avviso pubblico che opera sul versante dell’educazione civile e della formazione alle buone prassi di legalità delle pubbliche amministrazioni per creare “anticorpi sociali” in grado di arginare, se non impedire, la corruzione.

«Nei giorni scorsi – sottolinea Sergio Gelain, vicepresidente della Camera di commercio di Padova – abbiamo presentato il progetto all’assemblea di Unioncamere Veneto, affinché anche le altre provincie siano a conoscenza dell’opportunità concreta di aiuto che, attraverso “Sos giustizia”, intendiamo offrire agli imprenditori, non solo padovani, per non cadere nelle maglie dell’illegalità». Oltre allo sportello, l’esigenza manifestata dai rappresentanti delle associazioni di categoria e degli ordini professionali è stata per una maggiore promozione e divulgazione tra i loro associati dei contenuti del patto, affinché si sviluppi una nuova cultura sui temi della giustizia e della legalità in ambito imprenditoriale. «Abbiamo bisogno di formazione – afferma Tito Alleva, presidente di Confapi – perché il fenomeno è nuovo e non siamo attrezzati a contrastarlo, abbiamo bisogno di far crescere tra i nostri associati maggior consapevolezza e cultura per far leva sulla responsabilità individuale e di tutti».

«Sappiamo perfettamente che i pubblici esercizi – commenta Filippo Segato, segretario di Appe Padova – sono quelli che più facilmente rischiano di inciampare nella criminalità organizzata. I recenti fatti di cronaca a Roma, con il controllo su un numero esorbitante di pizzerie, sono paradigmatici e non dobbiamo considerarli troppo distanti dalla nostra realtà... Le liberalizzazioni massicce degli ultimi tempi, purtroppo, hanno facilitato l’apertura di attività commerciali, senza limitare le regole indispensabili per condurle». È proprio qui che le infiltrazioni criminali hanno più ampi margini di manovra per controllare indiscriminatamente le attività.

«Oltre a questa importante sinergia – sottolinea Gianni Potti, vicepresidente di Confindustria – è partito un percorso anche con la prefettura per arginare il fenomeno criminale e rendere più forti le nostre imprese. Ma il fronte su cui dobbiamo essere tutti compatti per fare lobby è la sburocratizzazione del credito, affinché le imprese e i professionisti si riapproprino di uno strumento indispensabile per il rilancio dell’economia sul territorio. Se le procedure diventano chiare e più semplici, la mafia non ha margini per attecchire».

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