Casa Sant’Andrea trasloca al Minore e riparte

30 novembre 2016, giorno in cui il calendario liturgico ricorda Sant’Andrea, il primo degli apostoli. Dopo quasi 24 anni alla Mandria, Casa sant’Andrea, la comunità vocazionale diocesana che prepara i giovani al seminario trasloca a Rubano, in un’ala del seminario minore e punta ad essere un “polo vocazionale” a tutti gli effetti.

Casa Sant’Andrea trasloca al Minore e riparte

Un nuovo inizio per la comunità vocazionale diocesana di Casa sant’Andrea.
Dopo quasi 24 anni di esperienza di fraternità e di discernimento vocazionale nell’edificio di via Rovereto, alla Mandria, si trasloca. I preti e i giovani che ogni anno meditano sulla chiamata alla vita presbiterale si trasferiranno infatti in un’ala del seminario minore di Rubano, con spazi riservati e più grandi rispetto all’attuale sistemazione.

Mercoledì 30 novembre, giorno in cui il calendario liturgico ricorda sant’Andrea, il primo dei discepoli di Gesù, alle 18.45, presso la chiesa del seminario minore si celebrerà una messa per formalizzare il trasloco, di fatto già avvenuto nei giorni scorsi.
Alla celebrazione, presieduta dal vescovo Claudio, prenderanno parte i preti e i seminaristi del seminario minore e del maggiore, i tre giovani che attualmente compongono la comunità di Casa sant’Andrea e le loro famiglie, il direttore don Silvano Trincanato, il padre spirituale don Giuseppe Toffanello e i volontari che hanno prestato servizio durante il trasloco.

«Durante la messa affideremo al Signore la comunità vocazionale, il seminario e l’intera pastorale vocazionale – annuncia don Silvano Trincanato, dal 2015 direttore di Casa sant’Andrea e da alcuni mesi responsabile dell’ufficio diocesano di pastorale delle vocazioni – Benediremo e faremo l’ingresso ufficialmente l’ingresso in questi ambienti, che si adattano molto bene alla vita comunitaria quotidiana, con spazi personali e comuni».

La storia di Casa sant’Andrea inizia nel gennaio 1993, a pochi mesi di distanza dall’esortazione post-sinodale Pastores dabo Vobis, in cui san Giovanni Paolo II invitava le diocesi a creare comunità di studio della vocazione.
Sempre più giovani, infatti, chiedevano di accedere al presbiterato senza essere passati per il seminario minore. Per loro, si sentiva la necessità di darsi un tempo di discernimento adeguato, e anche un’introduzione alla vita comunitaria in attesa del seminario maggiore.

Nella sede di Mandria, in quasi 24 anni, sono passati poco più di 170 giovani.
Un buon numero di questi sono già preti nelle nostre parrocchie o seminaristi che si preparano all’ordinazione. La vecchia sede, un tempo utilizzata per l’accoglienza e l’inserimento nel mondo lavorativo di ex-detenute, cede ora al passo a due piani – decisamente più moderni e funzionali – del seminario minore di Rubano.
La presenza di un grande salone faciliterà lo svolgimento di attività rivolte agli “esterni”, come il gruppo vocazionale diocesano – che prende il via domenica 27 novembre – il gruppo “Gli Occhi della Parola” e altre proposte per i giovani delle parrocchie.

Il sogno? La creazione di un vero e proprio “polo vocazionale”.

«Il nostro desiderio – spiega il rettore del seminario don Giampaolo Dianin – è ripensare l’edificio di Rubano perché diventi un luogo dove adolescenti e giovani possano incontrare non discorsi sulla vocazione, ma giovani che stanno cercando di rispondere alla chiamata del Signore». Ma avverte: «La pastorale vocazionale non ha ricette magiche, dove ci sono comunità cristiane vive e dove qualcuno osa una proposta, tutto può succedere».

«Sarà un luogo di incontro – chiosa don Silvano Trincanato – dobbiamo riflettere come seminario e come chiesa diocesana per capire come valorizzare appieno questi spazi per i cammini delle parrocchie, della pastorale giovanile e degli altri ambiti della pastorale diocesana».
Porte aperte e spazi aperti per una comunità protesa all’esterno, sia per attività strutturate che per colloqui di discernimento personale. Così, dopo il trasloco, apre il cantiere.

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