Giovedì è la Giornata di dialogo cristiano-islamico, tra misericordia e diritti

Due appuntamenti, uno a Padova, l’altro a Thiene, per celebrare la Giornata del dialogo cristiano-islamico giovedì 27 ottobre. Un dialogo vivo, formale e informale, che si mescola in occasioni di fraternità e di scambio, quest’anno riflettendo su Misericordia e diritti.

Giovedì è la Giornata di dialogo cristiano-islamico, tra misericordia e diritti

Cristiani e musulmani insieme, nella fraternità e nella condivisione.
Dal 2001, per volontà di san Giovanni Paolo II, si celebra il 27 ottobre di ogni anno la Giornata del dialogo cristiano-islamico. Anche a Padova, fin dall’inizio, la Giornata è una preziosa occasione per intensificare i rapporti e lo scambio, abbattendo i pregiudizi con la forza di una stretta di mano, del guardarsi in viso e, perché no, del condividere un po’ di buon cibo.

Il tema proposto per il 2016 è “Misericordia, diritti: presupposti per un dialogo costruttivo”.

A Padova se ne parlerà giovedì 27 ottobre, dalle 20 alle 22, presso la moschea di via Bernina 16.
L’iniziativa è promossa dal Servizio diocesano per le relazioni cristiano-islamiche, dall’Associazione marocchina di Padova e dal movimento dei Focolari, che prende parte attivamente alla proposta.
«Portiamo la nostra esperienza pluriennale con le comunità islamiche nel Triveneto – spiega Margherita Inglese del movimento dei Focolari – Una delle sfide del terzo millennio è la convivenza pacifica nella multiculturalità dei popoli. Il dialogo può essere la via, ma come lo viviamo?». Margherita Inglese parla di una “spiritualità dell’unità”: «Dobbiamo formare uomini e donne sempre più capaci di dialogare».
La serata si aprirà con una riflessione sul tema della Giornata insieme a don Giuliano Zatti, responsabile diocesano del Servizio per le relazioni con l’Islam, e Moustapha Toumi, imam di Ravenna; seguirà il dialogo tra i relatori e i partecipanti e infine sarà presentata l’associazione di ispirazione musulmana Islamic relief, già attiva per l’emergenza umanitaria in Siria ma che sta dando il suo contributo anche ai terremotati di Amatrice, Accumuli e Arquata del Tronto. Si terminerà infine con un momento conviviale.
«Il frutto più importante delle varie iniziative di dialogo – continua Margherita Inglese – sono i tanti rapporti di stima e di amicizia tra cristiani e musulmani che nel tempo si approfondiscono anche con progetti concreti di solidarietà e di promozione sociale, come nel campo delle tossicodipendenze».

Un’iniziativa analoga si terrà in contemporanea a Thiene, su iniziativa del Vicariato e in collaborazione con il Noi, i Focolari, la comunità di Sant’Egidio e l’associazione locale musulmana Il futuro.
Partecipa anche il vicariato di Caltrano, nell’ottica di una sempre maggiore integrazione. L’appuntamento, in programma alle 20.30 al teatro della sede delle Opere parrocchiali di Thiene in via San Francesco 4, vedrà protagonisti Stefano Allievi dell’università di Padova, tra i massimi esperti di Islam in Europa, e Habiba Zerifi, insegnante di lingue presso la London school di Thiene. A moderare il dibattito e il successivo dialogo ci sarà il giornalista della Difesa del Popolo Luca Bortoli.
«È il quarto anno che teniamo questo incontro – spiega Giorgio Busin, delegato vicariale per il dialogo – al termine facciamo sempre una piccola festa, durante la quale si assaggiano un po’ dei loro prodotti tipici. Il clima che si viene a creare è così bello e fraterno che la gente resterebbe qui tutta la notte».

Sono frequenti gli incontri tra i cristiani e la nutrita comunità islamica di Thiene
Oltre alla data del 27 ottobre, ogni primavera si svolge un convegno presso la loro sede, ma non mancano anche occasioni meno “programmate”: «Lo scorso novembre i musulmani hanno partecipato alla marcia della pace che avevamo organizzato dopo gli attentati di Parigi: erano più loro di noi», racconta Busin, che rivendica il lavoro per il dialogo: «È bello conoscersi sempre di più. Da loro abbiamo capito, per esempio, quanto sia importante la famiglia: nessun musulmano si sognerebbe di portare i suoi anziani in una casa di riposo. Questa ricchezza però possiamo conoscerla solo se dialoghiamo e se ci confrontiamo».

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