Misericordia ricevuta e donata – simposio su San Leopoldo nell’Anno del Giubileo

Lunedì 24 ottobre, nella Sala Teatro del Convento di San Leopoldo, si terrà il simposio “Misericordia ricevuta e donata – alla luce del ministero di San Leopoldo e della sua profezia ecumenica”. Un’occasione preziosa per riflettere sui frutti dell’Anno della Misericordia alla luce della riscoperta della figura del santo confessore cappuccino.

Misericordia ricevuta e donata – simposio su San Leopoldo nell’Anno del Giubileo

San Leopoldo è tornato a parlare. Nell’Anno della Misericordia, Papa Francesco lo ha indicato alla Chiesa Universale come esempio per avvicinarsi al mistero dell’Amore di Dio.
A pochi giorni dal 1 novembre, quando verrà chiusa la Porta della Misericordia nel Santuario di San Leopoldo a Santa Croce, lunedì 24 ottobre, dalle 9 alle 12.30, presso la Sala Teatro del Convento, si terrà il simposio “Misericordia ricevuta e donata – alla luce del ministero di San Leopoldo e della sua profezia ecumenica”, un’occasione di approfondimento al termine non solo del Giubileo della Misericordia, ma anche nell’anno leopoldiano: nel 2016 infatti ricorrevano i 150 anni dalla nascita del santo cappuccino.
Al simposio sono invitati sacerdoti, religiosi e laici che operano nella pastorale per ascoltare gli interventi di mons. Domenico Cancian, vescovo di Città di Castello, mons. Domenico Da Molin, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale delle vocazioni e il gesuita padre Guido Bertagna. La mattinata sarà aperta dal saluto di mons. Paolo Doni, vicario generale della diocesi di Padova. Ci si può iscrivere chiamando lo 049/8802727 oppure inviando una mail a info@leopoldomandic.it

«In quest’Anno Santo – racconta il rettore del Santuario di San Leopoldo padre Flaviano Gusella – il Papa ci ha invitato a riconoscerci come peccatori capaci non solo di accogliere la Misericordia del Padre, ma anche di concederla, proprio come San Leopoldo, consapevole della sua pochezza e del suo essere peccatore che, sentendosi perdonato, accoglieva i fratelli».
Ancora fresca le memoria del viaggio in febbraio delle spoglie di San Leopoldo a Roma per l’esposizione in San Pietro: «Papa Francesco ha “rilanciato” la figura di padre Leopoldo a livello internazionale, facendolo riscoprire a chi già lo conosceva ma facendolo conoscere anche a chi non ne aveva mai sentito parlare».

L’ostensione, poi, è stata e continua ad essere un’occasione di grazia: «I tanti gruppi organizzati e i singoli pellegrini che sono arrivati qui si sono quasi sentiti “spinti” a gettarsi tra le braccia di questo Dio che ti cerca e che ti ama celebrando il sacramento della riconciliazione, proprio a pochi metri dal corpo del Santo». Dal 1° novembre 2015 al 9 ottobre 2016 si contano 783 pellegrinaggi organizzati, per un totale di 36 mila e 985 pellegrini, di cui oltre 16 mila stranieri (con una netta maggioranza di croati). Numeri alti, ma una goccia rispetto ai pellegrini arrivati spontaneamente, senza prenotazioni: solo per quest’anno si contano 160 mila comunioni distribuite durante le messe.

È un perdono che porta frutti: «Quando la Misericordia riempie la vita, ci si sente spinti a donare quel perdono ricevuto dal Signore anche all’esterno. Ecco allora sgorgare le azioni di giustizia, le relazioni riallacciate, le opere di Misericordia corporali e spirituali nelle nostre famiglie e nella nostra società».

Dopo la celebrazione delle ore 18 del 1 novembre, con la chiusura del Giubileo nel Santuario, non sarà più possibile chiedere l’indulgenza, ma contrariamente a quanto stabilito in precedenza San Leopoldo continuerà ad essere esposto
«Dopo le richieste motivate di tanti fedeli, laici e religiosi – annuncia padre Gusella – i superiori e il vescovo Claudio hanno concesso che l’ostensione possa proseguire intanto fino alla primavera dell’anno prossimo, anno in cui celebreremo i 75 anni dalla morte di San Leopoldo». Poi si vedrà. «Non è solo un fatto emotivo: poter vedere le spoglie di Padre Leopoldo produce in tanti il desiderio di vivere un cambiamento forte nella loro vita. Lo sentono più vicino».

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