“Far ripartire i negoziati altrimenti questo conflitto si prolungherà all'infinito e distruggerà tutto. Nessuno si salverà. Nessuno rimarrà sulla terra Ucraina. Tutti partiranno e fuggiranno via. E lì sarà un campo di battaglia. Non finirà. Tutti pagheremo questa guerra che già sta avendo un costo altissimo”. A chiederlo è il vescovo di Chişinău, mons. Anton Cosa, all’indomani delle esplosioni che sono avvenute ieri a Tiraspol, capitale della Transistria. “Temo anche le provocazioni che possono partire da dentro il nostro paese”, aggiunge il vescovo, e “rischiano di dare ai russi un pretesto in più per intervenire”
Donne in diminuzione tra i collaboratori e in crescita tra professionisti. E' stato aggiornato l'osservatorio sui lavoratori parasubordinati, che riporta l'andamento del periodo 2015-2020 delle informazioni su professionisti e collaboratori iscritti alla Gestione separata
Preghiera vocazionale mariana. Tornano gli appuntamenti in quattro santuari della Diocesi. Si comincia martedì 26 al Tresto di Ospedaletto Euganeo. Don Trincanato: «Chiederemo un cuore in grado di sentire la presenza di Dio nella nostra storia. Dove trovare la nostra vocazione, sporcandoci le mani»
Si intitola “Il soffio dello Spirito” il nuovo volume dello storico Giorgio Vecchio che ricostruisce la presenza dei cattolici nelle formazioni partigiane in numerosi Paesi europei contro i regimi di Hitler e Mussolini. Motivazioni religiose e morali si accompagnavano a sentimenti libertari e democratici. Ci furono forme di Resistenza “civile” (per esempio con l’opera di salvataggio di ebrei e perseguitati), accanto a quella operata con il ricorso alle armi. “Il vero problema di coscienza, allora, non era sull’uso delle armi, ma sulla liceità o meno di usarle in mancanza di un’autorità politica legittima”
In Moldova, uno dei paesi più poveri del Vecchio Continente, sono affluiti dallo scoppio della guerra in Ucraina oltre 400 mila profughi ucraini, in larga parte donne, bambini, anziani. A Chişinău la piccola chiesa locale ha attivato una rete di aiuto per dare loro accoglienza e conforto. Nel Paese cresce anche la paura di un allargamento del conflitto con la Transnistria che potrebbe diventare il nuovo Donbas. La voglia di Europa dei giovani