Giovanni, spiega il Papa, ci insegna a non chiudere Dio nei nostri schemi: “abbiamo le nostre idee, i nostri pregiudizi e affibbiamo agli altri delle rigide etichette”.
Si tratta della remissione della pena temporale ottenuta per i peccati e che resta nell’uomo anche dopo aver confessato le sue colpe come una specie di segno o residuo che si manifesta in abitudini disordinate.
Ogni giorno le porte della cattedrale si trasformano nelle porticine di una delle finestrelle del calendario e conducono lo spettatore all’interno della cattedrale, accompagnandolo con brani tipici di questo periodo.
Il presepe offre con la sua storia questa antica e nuova possibilità di riscoprire l’essenziale, il calore dell’affetto nonostante crisi e mancanze materiali.