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Rubriche | Senza frontiere: voci dall'Europa

giovedì 9 Agosto 2018

Tav. L’alta velocità strategica per la Ue è messa in dubbio dall’Italia

Il governo italiano discute la Tav e la Commissione europea ribadisce che l'opera è strategica.

Redazione
Redazione

Nei giorni scorsi, la Commissione europea ha ribadito che la Tav Lione-Torino è un progetto strategico di livello europeo perché trasferimento modale di una quota del trasporto passeggeri e merci dalla strada alla ferrovia, è centrale nella strategia europea di riduzione dei gas serra e per lo sviluppo di trasporti sostenibili. 

«La Tav è un argomento all’ordine del giorno di questo governo. Stiamo valutando tutti gli aspetti in termini di costi e benefici. L’impegno specifico è di operare una revisione integrale, trarremo le conclusioni dopo le verifiche»

 ha detto il premier Giuseppe Conte nella consueta conferenza stampa prima della pausa estiva. Il Presidente del parlamento ue, Antono Tajani, ieri in visita al cantiere, ha dichiarato:

«Fare o non fare la Tav costa, ma se non si fa si perdono 15 mila posti di lavoro e non si ottengono benefici ambientali come la riduzione del 20% delle emissioni e si continuano a far circolare le merci pericolose sulla strade mentre come purtroppo l’incidente di Bologna ci ha insegnato dovrebbero viaggiare su rotaia» .

Il traffico merci transalpino è raddoppiato negli ultimi 30 anni per cui la  promozione di trasporti sostenibili, alternativi al trasporto su gomma, è considerato indispensabile dalla Ue: la crescita del traffico si traduce in una concentrazione di mezzi pesanti nelle poche valli che assicurano i passaggi internazionali, inoltre, la linea storica esistente non risponde agli standard di trasporto internazionali. Si tratta, infatti, di un tracciato con pendenza eccessiva: l’antico tunnel del Frejus raggiunge quota 1300 metri, comportando un costo energetico del 40% superiore rispetto alla linea in pianura.

Il Consiglio europeo tenuto ad Essen nel 1994 incluse la nuova linea Torino-Lione tra i 14 progetti prioritari europei, nel settore dei trasporti. Nel 2011, a seguito della revisione delle reti transeuropee dei trasporti (TEN-T), l’opera è stata inserita nel cosiddetto corridoio “Mediterraneo” (corridoio n. 3), con estensione dal porto di Algeciras fino al confine ucraino.

I 57 chilometri di tunnel di base del Moncenisio (45 km in territorio francese, circa 12,5 km sul lato italiano) a doppia canna e le due stazioni internazionali di Susa e di Saint-Jean-de-Maurienne costituiscono la tratta transfrontaliera della Torino-Lione, opera dalla lunghezza complessiva di 65 chilometri, l’89% dei quali in galleria.

Il costo della sezione transfrontaliera è di 8,6 miliardi di euro, certificato dalla società internazionale Tractebel Engineering-Tuc Rail, per il 40% cofinanziato dall’Unione europea, la quota restante suddivisa tra Italia (35%) e Francia (25%). Il costo di ciò che è stato realizzato finora è di 1,4 miliardi. Il 50% è finanziato dall’Ue, il 25% dalla Francia sulla base di trattati internazionali firmati anche dall’Italia.

Nel corso del 2019, è previsto l’affidamento di appalti per un importo di 5,5 miliardi. Mentre per le opere da realizzare entro il 2019 – valore 1,9 miliardi – come previsto dal Grant Agreement sottoscritto nel 2015, Francia e Italia beneficiano di un contributo Ue pari a 813,8 milioni di euro.

Il Cda di TELT – la società costituita nel 2015 per realizzare e gestire la tratta Torino-Lione (quote al 50% in capo a Ferrovie dello Stato Italiane e Stato francese) – ha approvato l’affidamento della direzione lavori per lo scavo – lato Francia – del tunnel di base. Si tratta delle prime gare (81 in totale) in fase di apertura e assegnazione dei lavori, che dovrebbero essere completati entro il 2029.

Di fronte alla discussione in atto la Commissione ha ribadito che la copertura finanziaria sarà assicurata nel caso di effettiva realizzazione e ultimazione dell’opera.

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