Dal nido, germogli di futuro. Il sindaco: «Per un piccolo Comune non è scontato avere un nido. Lavoriamo anche per la scuola senza zaino. Ai ripetitori radiotelevisivi e allevamento di polli abbiamo detto no»
Altro che terzo mandato. Francesco Corso, sindaco di Baone, è alla quinta fascia tricolore (non tutte consecutive) e ancora ci mette tanta passione. Primo centro nel 1995, è stato rieletto nel 1999 e poi nel 2009. Nel 2014 ci ha provato a Monselice, dove ha lavorato per 24 anni alla filiale di Cariparo, ma è stato battuto per 45 voti da Francesco Lunghi. Nel 2019 è tornato in sella a Baone, dov’è stato confermato nel giugno 2024. Se uno pensa a Baone, adesso dice subito Festa dei bisi: «Sì, la ventisettesima edizione si è svolta un mese e mezzo fa nella nostra bella piazza alberata, un unicum dei colli Euganei. Voglio ringraziare la Pro loco, che organizza la manifestazione, e l’associazione Bisi & Bisi, che tiene insieme tutta una serie di coltivatori. Sono persone davvero da elogiare, che fanno anche comunità e filò, perché si ritrovano la sera a sgranare i bisi. Quest’anno abbiamo avuto diecimila visitatori». Tra gli obiettivi dell’amministrazione c’è la conservazione a Baone dell’intero ciclo scolastico: «Noi abbiamo il nido, la materna, le elementari e le medie. Per un Comune piccolo il nido non è una cosa scontata. Noi abbiamo fatto i salti mortali per averlo. Funziona, gestito dalla Spes; è molto frequentato. Il nido è un investimento anche per le successive tappe del percorso scolastico. Noi stiamo finanziando un nuovo metodo scolastico, “la scuola senza zaino”: questa scelta ci ha portato ad avere un numero di iscrizioni (34) alla prima media, che ci ha portato a istituire due classi prime». Anche per il sociale il Comune dimostra attenzione: «Quando è scoppiato il Covid, è stata varata l’iniziativa che prevedeva i buoni spesa per le famiglie. Noi questa operazione l’abbiamo mantenuta, in convenzione con i nostri esercenti e con la farmacia del territorio». Altro capitolo fondamentale è quello della tutela dell’ambiente: «Abbiamo fatto grandi battaglie, come quella del Monte Cero, dove stazionano i ripetitori radiotelevisivi. La situazione sul Cero era pesante: rispetto al limite massimo di esposizione per il campo elettromagnetico, pari a 20 volt/metro, si raggiungevano i 50-60 volt/metro. E quindi c’era il divieto di accesso al colle per rischi legati alla salute. Con l’ausilio del Parco dei Colli Euganei e della Regione siamo riusciti a risolvere la questione. Recentemente ci siamo impegnati anche contro un insediamento avicolo, già autorizzato dalla precedente amministrazione, che prevedeva l’allevamento di 80 mila polli a 500 metri dalla chiesa di Rivadolmo. Alla fine abbiamo vinto le due udienze al Tar, siamo contenti perché avrebbe impedito il sogno nel cassetto del recupero della Val Calaona, dove un tempo c’erano degli stabilimenti termali. Ora la zona è in completo abbandono: vogliamo rimboschire l’area, togliere diecimila metri di cemento e realizzare un punto ristoro». Sul versante aggregazioni, il sindaco sottolinea che «Baone è reduce dal fallimento dell’unione con Cinto Euganeo e Arquà Petrarca. L’esperienza ci è costata tantissimo. La crisi è stata determinata dal fatto che, dal 1° gennaio 2015, tutti i dipendenti e tutti i servizi di Baone sono passati all’Unione. Non ci si è accorti, però, che le spese venivano ripartite in base alla popolazione: gli altri due Comuni non raggiungevano i 2.000 residenti, mentre Baone ne aveva 3.100. Sicché siamo stati gravati, per cinque anni, del 44 per cento delle spese. Da pochi mesi collaboriamo con Lozzo Atestino, Cinto Euganeo e Vo’: ci aiutiamo reciprocamente».
Il parroco: «Con il Comune mettiamo in pratica un ascolto reciproco e ci sosteniamo a vicenda. Questo è il momento di far fiorire i frutti dell’insegnamento del Sinodo»
«Sono parroco di tre comunità: Baone, Calaone e Valle San Giorgio, alle quali fanno capo poco più di duemila abitanti. La quarta parrocchia compresa nel territorio comunale, quella di Rivadolmo, conta un migliaio di residenti e gravita su Este». Così, don Tommaso Beltramelli, riassume la geografia del suo incarico pastorale, che da undici anni lo vede operare a Baone. Ma la situazione è in piena evoluzione: «Si sta infatti avviando la collaborazione pastorale con le parrocchie di Este, che è ufficialmente partita il 18 giugno, in occasione dell’assemblea diocesana in Cattedrale. Questa novità però non cancella l’unicità delle parrocchie né la specificità dell’unione pastorale, che per dieci anni ha lavorato bene e che sta continuando a farlo. Siamo tre parrocchie, ma siamo molto in cammino assieme». La collaborazione tra parrocchie e municipio di Baone è intensa: «La viviamo nel quotidiano – sottolinea don Tommaso – Più che con eventi parrocchiali straordinari, noi la pratichiamo nell’ascolto reciproco. In questi anni il sindaco Francesco Corso è sempre stato molto disponibile, anche nell’aiutarmi a risolvere piccole questioni. Noi a Baone non abbiamo grandi eventi parrocchiali, viviamo di più la condivisione di alcuni eventi. Penso in particolare alla Festa dei bisi, che si svolge a maggio e che vede coinvolte la Pro loco, la parrocchia e l’amministrazione municipale. Con il Comune ci sosteniamo a vicenda anche a livello logistico. Tutte le volte che i locali del patronato sono serviti all’amministrazione, noi li abbiamo sempre messi volentieri a disposizione». Il 5 giugno don Beltramelli ha festeggiato i vent’anni di sacerdozio con i compagni di ordinazione: un incontro semplice ma assai sentito. I dieci anni dell’unità pastorale di Baone sono stati invece celebrati nell’ottobre 2024. «Ora conosco meglio il luogo e le persone. Questo è il momento di far fiorire i frutti dell’insegnamento del Sinodo e delle condivisioni con la Diocesi. Si aprono non solo le collaborazioni con le parrocchie di Este, ma anche e soprattutto con le singole persone». Tra le attività legate al Giubileo della Speranza va ricordato il pellegrinaggio in pullman che il circolo Anspi, intitolato a san Lorenzo, ha vissuto da venerdì 20 a domenica 22 giugno: i partecipanti hanno, tra l’altro, sostato in preghiera sulla tomba di papa Francesco e hanno partecipato, in piazza San Pietro, all’Angelus di papa Leone XIV. «Torneremo a Roma ai primi di agosto – anticipa don Tommaso – per il Giubileo dei giovani. Abbiamo un gruppo di una decina di ragazzi, tutti maggiorenni, con i quali vivremo la forma breve del Giubileo». Nel ricco calendario di attività estive sono previsti anche i campiscuola, già in collaborazione con Este, per i ragazzi delle elementari e delle medie, «c’è inoltre il desiderio di fare un piccolo grest». Tutte le sagre programmate nel territorio comunale saranno poi momenti propizi di condivisione. «Penso – aggiunge don Beltramelli – alla festa di Baone, in concomitanza con la festa del patrono san Lorenzo, che si svolge in collaborazione con l’Anspi intorno al 10 agosto. Prima era la festa del pesce, ora la stiamo trasformando in sagra della parrocchia. Un tempo avevamo la sagra di santa Croce, ma ora dobbiamo fare un po’ di economia di forze. Poi abbiamo la festa di Valle San Giorgio, che ha come co-patrona santa Marta, festeggiata a fine luglio. Infine a Calaone si svolge la festa di san Gaetano (co-patrono di Santa Giustina, ndr), la prima settimana di agosto». Insomma, le occasioni per incontrarsi e per collaborare non mancano davvero.