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A nuoto, l’Italia è sul tetto del mondo. Merito anche degli atleti veneti
La Nazionale azzurra di nuoto paralimpico rientra dal Portogallo con 64 medaglie, meglio anche degli Stati Uniti. Perfezionato il record del 2019
La Nazionale azzurra di nuoto paralimpico rientra dal Portogallo con 64 medaglie, meglio anche degli Stati Uniti. Perfezionato il record del 2019
Dov’eravamo rimasti? Verrebbe da chiedersi. L’Italia del nuoto paralimpico domina le vasche del Complexo de Penteada di Funchal, città dell’isola portoghese di Madiera. Esattamente come l’anno scorso ai campionati europei. Quelli che si sono conclusi il 18 giugno sono in realtà i campionati di nuoto, ma la musica non cambia: la Nazionale azzurra strapazza gli avversari, 64 medaglie totali, tetto del mondo acciuffato con un bottino di 27 ori, 24 argenti e 13 bronzi. Meglio degli Stati Uniti (24 ori) costantemente alle costole e del Brasile (19 medaglie dorate); meglio dell’Italia stessa di Londra 2019 con 50 medaglie che al tempo sembravano già una conquista impensabile. Una spedizione composta da 23 atleti e guidata dal direttore tecnico Riccardo Vernole tra cui figurano i veneti Luigi Beggiato, Francesco Bettella, Antonio Fantin, Xenia Palazzo e Stefano Raimondi (citiamo anche Federica Fornasiero nello staff come tecnico federale) che insieme hanno portato a casa 18 medaglie complessive (12 d’oro, 4 d’argento e 3 di bronzo). Superlativo Raimondi con addirittura sei primi posti. Inevitabile l’euforia di Ruggero Vilnai, presidente della sezione veneto del Cip, il Comitato italiano paralimpico: «Non solo soddisfazione, ma è proprio emozione la mia. Vedere questi ragazzi trionfare, essere il nostro orgoglio, ripaga dei loro e dei nostri sforzi giornalieri. Mi rattrista, però, aver visto poca attenzione mediatica: non esistono solo i giochi paralimpici, i mondiali e gli europei sono altrettanto importanti». Un successo storico senza eguali, da collocare in una dimensione temporale non comune, non qualsiasi, considerando gli anni di pandemia, i continui stop, le difficoltà delle piscine, delle associazioni e degli stessi atleti tra allenamenti resi complicati e restrizioni. Anche per questo Ruggero Vilnai attribuisce a questo successo un valore ancor più speciale: «Fino a un mese fa la partecipazione era sotto la media, oggi sembra che finalmente ci siamo ripresi, sento umori positivi. Vogliamo crescere in Veneto: ci sono 1.800 atleti agonistici, ma per noi sono pochi, dobbiamo tirar fuori di casa quelli più restii. Questi successi sono uno sprone a credere in sé stessi».
Stratosferico Thomas Ceccon che ha riscritto la storia del nuoto tricolore e internazionale: è il primo italiano a vincere una medaglia d’oro nei 100 metri dorso in e lo fa firmando il record del mondo. Il tempo di 51’’60 vale al 21enne nato a Thiene il primato.