Danni su danni. Accuse su accuse. Sospetti su sospetti. È quanto oggi resta della questione dei “cambiamenti climatici”. L’ultimo colpo di coda – e forse definitivo – è stato inferto sempre da lui, da quel Presidente a stelle e strisce che dopo aver offeso il mondo, ha screditato scienziati e problemi ambientali. Intanto però il maltempo continua a fare vittime.
Le guerre umane e quelle economiche, stanno distogliendo la nostra attenzione su quello che rimane un problema vitale per l’umanità: i cambiamenti climatici. Mentre Trump ha mandato in soffitta ricerche, previsioni, analisi e scienziati ambientali, le fragilità di una terra sempre più maltrattata, si mostrano come ferite infette che nessuno sembra più voler curare. In internet intanto, l’onda lunga dei negazionisti untori continua a inficiare l’ovvietà. Inutili i tentativi di comprensione o mediazione (e qui metto molte colpe comunicative) che si tentano d’intraprendere tra le due sponde, sempre più divisi tra negazionisti e realisti. La china del mondo fa oggi imbarcare sempre più acqua a quella barca su cui ci troviamo tutti, senza alcuna distinzione. Inutile dissezionare verità, quando la macchina del fango ignora con sistematicità ciò che fuori dal computer sta avvenendo. Battaglia persa quindi? Credo di sì! Quello di Trump è il colpo di grazia su una questione che il giorno in cui si arriverà a una verità (premesso che ve ne sia una sola), sarà troppo tardi per tutti. Intanto continuiamo a remare in acque tempestose, con capitani improvvisati e marinai sempre pronti all’ammutinamento. E sappiamo quanto un’imbarcazione che non è gestita da naviganti d’esperienza, raddoppi il rischio d’incagliarsi, rischiando così di far affondare la nave con tutto il suo equipaggio. Ormai, siamo a questo punto. Ma qualcuno è pronto a negarlo, comprese quelle morti poco accidentali.
