Sono 162 i bambini di età compresa tra i 18 mesi e i 18 anni assistiti dal Servizio per la diagnosi e la cura dei Disturbi dello spettro autistico (Dsa) dell’Unità di infanzia, adolescenza e famiglia del Distretto alta padovana (Ulss 6 Euganea ) che dal 18 gennaio scorso ha una nuova sede a Villa del Conte (Padova) presso il rinnovato centro “Rio Bo” (via Roma 91).
L’intervento di adeguamento della struttura esistente – reso possibile grazie al contributo di 30 mila euro offerto dalla Fondazione Stevanato e ai fondi dell’Ulss 6 – ha permesso di realizzare, su una superficie di 215 metri quadrati, otto nuovi ambienti tra ambulatori totalmente rinnovati e spazi di incontro per attività terapeutiche e con le famiglie, serviti da un’area verde e delle piazzole di parcheggio per un totale di oltre 2 mila metri quadri.
«Un ambiente accogliente, non ambulatoriale – spiega Domenico Scibetta, direttore generale Ulss 6 Euganea – caratterizzato da stimoli adeguati. Un luogo dove i genitori possono trovare un loro spazio di incontro e scambio, ed essere partecipi in modo attivo, insieme agli operatori sanitari, del percorso dedicato ai loro figli. Siamo di fronte a uno splendido esempio di collaborazione tra pubblico e privato».
Il Servizio per la diagnosi e la cura dei Disturbi dello Spettro Autistico (Dsa) dell’Unità di Infanzia, Adolescenza e Famiglia del Distretto Alta Padovana è nato nel 2011 con 21 bambini seguiti.
Oggi il nuovo centro “Rio Bo” – il cui nome è mutuato da una celebre poesia di Aldo Palazzeschi – dispone di un’équipe multidisciplinare specializzata costituita da figure professionali come neuropsichiatra infantile, psicologo, logopedista, educatore professionale, fisioterapista, terapista della neuropsicomotricità e operatore socio-sanitario.
Il Servizio ha l’obiettivo di mettere i bambini e i ragazzi al centro del proprio progetto di vita, accompagnandoli nelle diverse fasi della crescita attraverso interventi mirati e percorsi personalizzati. L’équipe agisce in raccordo con le famiglie, la scuola e con le altre istituzioni del territorio, secondo una logica di rete capace di intercettare e soddisfare i bisogni socio-sanitari di tutta l’Alta Padovana.
