I numeri sono impietosi, in Veneto come in ogni angolo d’Italia. Ma dietro ogni serranda che si abbassa per sempre c’è una ferita alla vita sociale che non sarà più rimarginata. Men che mai da internet...
Il 2019 ci lascia in eredità un mondo che sta andando in fumo, dall’Amazzonia all’Australia. L’effetto domino è sotto gli occhi di tutti, ma preferiamo non vederlo. Fino a quando non sarà troppo tardi
Linguaggi sempre più grezzi e proteste che cercano simboli per radicarsi nell’immaginario popolare. Ma a forza di voler essere “popolari”, abbiamo finito per parlare soltanto alla pancia del Paese
A un anno dal grande disastro, in molti hanno trovato la forza di restituire alle foreste perduteil loro ancestrale spirito, fatto di simboli e ricordi, in una sorta di risveglio collettivo della coscienza civile
Il triste primato del Veneto nel consumo di suolo è l’altra faccia degli slogan sbandierati dalla politica sulla tutela del territorio. Ecco perché è bene non fermarsi alle manifestazioni di piazza
Siberia, Brasile, Centrafrica, Borneo. Il 2019 sarà ricordato come l’anno dei grandi incendi, tutti o quasi di origine dolosa e legati allo sfruttamento del territorio. Tutte tragedie che ci interrogano
Le suore cugine Francesca e Cristina Zandonà della congregazione Fedeli Compagne di Gesù hanno festeggiato i 50 anni di professione religiosa a fine agosto nella loro parrocchia d’origine, Montegaldella. Una famiglia eccezionale, la loro: nove religiose in un secolo di storia, un record spirituale.
Perché parlare di angurie, quando tutt’intorno a noi i fenomeni climatici estremi come temporali, tornadi, bombe d’acqua, siccità, ondate di calore, foreste abbattute, incendi inestinguibili come quelli in Alaska e Siberia, e molto altro ancora, sono realtà ormai quotidiana?
Due sono le cose che possono provocare le tragedie sul piano sociale: unire o spaccare le comunità. Se le rinsaldano, è perché nel dolore ci si ritrova. Si cementa il senso di unione e coesione. Si condivide. Si solidarizza.