Nel giorno di Santo Stefano, protomartire, dalla Nigeria arriva la testimonianza di don Joseph Bature Fidelis della diocesi di Maiduguri, la capitale dello stato federale di Borno (nord-est del Paese). Qui si dice sia ‘nato’ il gruppo jihadista Boko Haram, affiliato allo Stato Islamico che minaccia la vita delle comunità cristiane locali
“Quella che stiamo vivendo qui, adesso, è un’ora di grazia! Non è una pia illusione, né fuga romantica in una religione rassicurante o in una consolazione a buon mercato. ‘Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un Figlio’: questa è la certezza dei cristiani. La notte, qualunque notte, non è l’ultima parola sulla storia nostra e dell’umanità. Se Colui che è Luce da Luce è nato di notte, allora anche la notte appartiene al giorno, anzi, la notte diviene natalizia, cioè diviene luogo di una nuova e possibile nascita”.
Natale 2020: la testimonianza da Betlemme di suor Lucia Corradin, da 18 anni in servizio presso il Caritas Baby Hospital (Cbh), l'unico ospedale pediatrico della Cisgiordania. Dal 1952 ad oggi in questo nosocomio sono nati e sono stati curati decine di migliaia di bambini. Una vera e propria "grotta vivente" - vicina a quella della Natività e a ridosso del muro che separa Israele dai Territori palestinesi - sempre aperta a tutti. Prima di ripartire per l'Italia, a metà gennaio 2021, suor Corradin affida la sua riflessione sul Natale e sul suo messaggio di liberazione
Il Natale nel Libano in preda ad una grave crisi economico-finanziaria e ferito dalla esplosione del 4 agosto scorso. A raccontarlo al Sir è il presidente della Caritas del Paese dei Cedri. Tanta solidarietà e una lista di doni per il Libano da presentare al "Bambino che nasce tra le macerie libanesi": "Pace, stabilità, la tranquillità, la stabilità, l'accoglienza e la fine della sofferenza perché la gente non riesce più ad andare avanti"
“Sarà un Natale senza pellegrini ma con una presenza significativa dei cristiani locali. Quando 2000 anni fa Maria e Giuseppe raggiunsero Betlemme per farsi registrare non trovarono posto perché gli alberghi erano pieni. Se venissero oggi non troverebbero posto perché gli alberghi sono chiusi”.
Il Natale dei cristiani nella Striscia di Gaza, dove quest'anno "Gesù è nato un mese prima". Il primo giorno di Avvento, infatti, è cominciato il pellegrinaggio nelle case dei fedeli della statua del Bambino. Nonostante il coprifuoco indetto per la pandemia i circa 1.000 fedeli gazawi pregano, cantano e fanno festa rigorosamente in casa. Il racconto del loro parroco, padre Gabriel Romanelli
Le comunità cristiane della Siria in guerra si preparano a vivere il Natale. Le testimonianze del nunzio apostolico, card. Mario Zenari, e dei parroci delle zone dove si combatte ancora, padre Antonio Ayvazian, parroco armeno di Qamishli, nel nord Est siriano (al confine turco) e di padre Hanna Jallouf, francescano della Custodia di Terra Santa e parroco latino del villaggio cristiano di Knaye (Idlib)
"Un rinnovato impegno della Chiesa a favore delle popolazioni di Siria, Iraq e anche di tutta l’area; una sempre maggiore vicinanza e prossimità ai cristiani locali perché restino nei loro Paesi e non si sentano lasciati soli”. Ma anche l’urgenza di “rimuovere le sanzioni alla Siria i cui effetti gravano sui più poveri e di affrontare la pandemia”. Sono questi, in sintesi, alcuni dei punti emersi durante la riunione sulla crisi umanitaria siriana e irachena che si è svolto ieri, (on line), per iniziativa del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Il Sir ne ha parlato con il Sotto-Segretario del citato Dicastero, mons. Segundo Tejado Muñoz.