C’era un tempo in cui l’area tra Polesine, Bassa Padovana e Bassa Veronese era una sorta di triade d’oro per la frutta veneta. Pesche, pere, mele, ma anche kiwi e ciliegie, crescevano a meraviglia e venivano esportate in Italia e anche all’estero.
«Nella Bassa Padovana, da Merlara a Castelbaldo passando per Urbana – rivela Adriano Favazza, cerasicoltore a Montagnana e presidente del settore ortofrutta di Confagricoltura Padova – si stanno tagliando tantissimi alberi da frutto. In molti quest’anno stanno togliendo il melo, perché c’è stata poca produzione e i prezzi pagati agli agricoltori sono bassi a fronte di costi di coltivazione sempre più alti.
Frutta Secondo Stefano Faedo, presidente dell’Associazione Ortofrutta Veneta, la strategia per far crescere il settore della frutta è l’aggregazione e sviluppare progetti di filiera ben radicati nel territorio
Che ne sarà del pane artigianale, in Italia? Sono in calo i consumi, come certifica l’analisi di Coldiretti riportata a fondo pagina, ma sono in calo anche i forni e i fornai.
Le imprese giovani hanno di fatto rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore, impegnandosi soprattutto in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.
Prodotti tipici Anche quest’anno l’olio dei colli Euganei è decisamente inferiore alla media, complice il clima particolarmente siccitoso dell’estate. La resa media è di circa 14 chili per ogni quintale di olive. Il calo di produzione riguarda tutto il Mediterraneo e, unito ai rincari energetici, porta all’aumento dei prezzi