Francesca Campanini

Francesca Campanini

collaboratrice

Giornalista pubblicista, classe 1999. Bresciana di nascita e, per qualche anno, padovana d’adozione. Nella “Città dei Dottori” mi sono laureata in Filosofia e European and Global Studies. Adesso cerco di vivere viaggiando per il mondo e raccontando che succede: scrivo di esteri, Unione Europea e diritti umani.

L’Iraq cristiana ferita dall’Isis

Il 10 giugno 2014 lo Stato islamico istituiva il califfato a Mosul, in Iraq: migliaia di cristiani furono costretti a scappare. Ancora oggi, in molti non sono rientrati. Padre Jalal Yako: «Permane l’instabilità, ma i cristiani in Iraq soffrono da decenni: dal 2003, con la caduta di Saddam Hussein, al 2014, i fedeli sono diminuiti da 1,5 milioni a 250 mila persone»

«Il suono delle bombe è sempre più vicino». Fuggire, ma dove? La testimonianza esclusiva dal cuore di Rafah

Ibrahim Taha Mohammed Turki da cinque mesi vive nella sua tenda a Tal al-Sultan, area nel sudovest di Rafah vicino al confine con l’Egitto, insieme ai suoi genitori, sua moglie e i suoi tre figli. Qui si sono rifugiati gli sfollati provenienti da tutta la Striscia, scappando dai bombardamenti e dall’avanzata via terra dell’esercito israeliano. Per mesi luogo sicuro e "inviolabile", valico essenziale per il passaggio degli aiuti umanitari, dalla notte di lunedì 6 maggio, dopo i bombardamenti di Israle, la situazione è delicata e a un passo dall'esplodere. «La "zona sicura" è lontana da dove ci troviamo noi, i costi di trasporto sono altissimi e una volta lì anche procurarci una nuova tenda sarà difficilissimo. Per di più non ci saranno le strutture e i mezzi per soddisfare le necessità di base: acqua potabile, servizi igienici, cibo…