Il decretone è tratto: reddito di cittadinanza e quota 100 hanno visto la luce del Consiglio dei ministri.
Mancava solo il ministro delle finanze Tria alla conferenza stampa di ieri sera in cui il presidente Conte e i due vicepremier Salvini e Di Maio hanno illustrato il testo del provvedimento.
Il tema delle pensioni è scottante: negli ultimi vent'anni alle riforme sono sempre seguite altre riforme ed ogni governo ha messo mano alla faccenda. Sopravvive ad ogni rivoluzione, comunque, la cosiddetta riforma Fornero.
Superata a destra, sottovalutata e bistrattata dai più, rimane il metodo standard su cui costruire la previdenza di oggi e domani. Anche con quota 100.
Come il Burán, il vento della Siberia che tutto ammanta di candida purezza, così il decreto fiscale ha steso la sua soffice coltre su oltre 5 milioni di contribuenti.
Un velo d'indifferenza che, in un sol colpo, ha cancellato qualcosa come 12 milioni di carichi pendenti verso l'erario, ascrivibili a bolli auto non pagati, tributi evasi e tasse locali bellamente ignorate nel primo decennio del duemila.
Grand Commis del provvedimento è il sottosegretario Massimo Bitonci, già presunta manina — a dar retta alle ricostruzioni del Corriere della Sera — dietro ad altri provvedimenti fiscali che tanti malumori hanno creato in seno al governo solo pochi mesi fa.
Accise, iva, bollo e pedaggi: l'automobile è sempre più un fardello per il contribuente.
Rimodulata la tassa sulla Panda, nella finanziaria 2019 rimangono un'imposta sui veicoli considerati inquinanti e un bonus per favorire l'acquisto di automobili ibride ed elettriche.
Nel mentre sono congelati per alcuni mesi gli aumenti dei pedaggi autostradali — ma non su tutte le tratte — e, fra le clausole di salvaguardia della manovra, compare anche un aumento delle accise sui carburanti per il 2020.
Mentre le commesse manifestano sul listòn, i clienti danno l'assalto alla merce scontata. È lo strano sabato che ha vissuto il centro di Padova, con le lavoratrici della Rinascente in sciopero e il negozio comunque affollato di clienti.
Più della mobilitazione poterono i cartellini promozionali, capaci di attirare acquirenti a caccia di risparmi sui prossimi regali di Natale.
«Per la Rinascente noi non siamo niente» si legge su altri cartellini, quelli appesi al collo delle scioperanti che distribuiscono volantini ai pochi passanti di via Cavour che decidano di sospendere per un attimo la loro corsa agli acquisti per ascoltarne le voci.
Gestire la casa comune, cinque incontri per leggere il presente aperti a chi ha già frequentato la Formazione socio-politica diocesana o è già impegnato sul campo
Inflazione sostanzialmente ferma, è questo il primo dato che appare confrontando ottobre con novembre, mentre rallenta su base annua rispetto alle previsioni.
Diverso andamento per importazioni ed esportazioni, entrambe in crescita, segno che i mali del paese sono — soprattutto? — all'interno dei confini nazionali.
Nel complesso è tutta l'economia italiana a flettersi e a contrarsi, subendo una serie di movimenti nazionali ed internazionali troppe volte contrastanti.
Da Quero a Lendinara passando per Romano d'Ezzelino e Maerne di Martellago, tutto il Veneto è toccato dall'itinerario della 14a edizione de "La strada dei presepi".
Ne hanno vendute oltre 12 mila solo nello scorso novembre, rendendola di fatto l'auto più amata dagli italiani, ma nelle ultime settimane qualcosa sembra essersi messo di traverso al cammino della Fiat Panda.
La supertassa voluta dal governo Conte, Salvini e Di Maio potrà arrecare danni alla produzione del veicolo più diffuso in Italia?
Abbiamo ripercorso gli ultimi anni di Panda, un modello prodotto in oltre 7,5 milioni di unità dal 1980, con gli operai e delegati sindacali di Fim Cisl che la costruiscono nello stabilimento di Pomigliano d'Arco.