Sono trascorsi cento giorni dall’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina e giornali e tv sono ancora ampiamente popolati di contenuti sul tema. Nulla da eccepire, sia chiaro. L’attacco di una superpotenza a un Paese più europeista di molti membri dell’Unione Europea è un fatto senza precedenti, che merita tutta l’attenzione possibile.
Le notizie sono discordanti, ma in ogni caso impressionanti. In tre mesi dall’inizio dell’invasione dell’armata della Russia ai danni dell’Ucraina sono già numerosi i giornalisti morti per raccontare un conflitto che nei piani di chi lo ha scatenato avrebbe già dovuto essere concluso da tempo.
Aperto ufficialmente l’800° anno accademico. Sergio Mattarella: «L’antidoto alla superbia, alla prepotenza, all’arroganza e alla violenza è la cultura»
Marcos Orellana. Il relatore speciale delle Nazioni unite su sostanze tossiche e diritti umani è intervenuto a un convegno del Centro di ateneo per i diritti umani Antonio Papisca
Si tratta di «sottolineature» che si richiamano a vicenda, suddivise in tre ambiti: dimensioni trasversali, soggetti e cantieri. Il futuro passa da qui
Sulla bara il crocifisso e, accanto, la bandiera palestinese. L’immagine potente proviene dal funerale di Shireen Abu Akleh e ha fatto il giro del mondo.
È davvero giunto il momento di mettere l’Unione Europea “sotto i ferri”? A 72 anni dalla dichiarazione del ministro degli esteri francese Robert Schumann, l’Unione continua a essere un cantiere a cielo aperto.
Viene voglia di lasciare uno spazio bianco in pagina. Nessuna parola, non una sillaba al posto che di solito ospita l’editoriale. Una teoria di righe vuote per simboleggiare il vuoto che ha lasciato Paola Zonta, la ventenne di Cittadella, che ha perso la vita venerdì 29 aprile in un incidente d’auto a Villa del Conte.