Marco Testi

Marco Testi

I due Lucio e quella musica che gira intorno

Il 4 e il 5 marzo i due Lucio, Dalla e Battisti, avrebbero compiuto ottant’anni. Nati l’uno a Bologna, l’altro a Poggio Bustone, in provincia di Rieti (che non è in Ciociaria come è stato scritto da alcuni), hanno contribuito a riportare la poesia nella canzone, dimostrando che non era solo questione di musica francese, dai trovatori a Brel e a Brassens, o di Bob Dylan e di radici folk e blues. Anche perché in Italia quella fusione c’è sempre stata, fin dai tempi di Dante, e pure prima. Non è un caso che nel secondo canto del Purgatorio un amico di Dante, Casella, intoni una canzone (e già questo sostantivo ci dovrebbe dire qualcosa) dello stesso Alighieri, “Amor che nella mente mi ragiona”.

Intervista a Claire Oppert, che aiuta con il suo violoncello, a reagire alla malattia

“Mi fa tanto male…non ce la faccio più…” Il canto del violoncello fa commuovere il paziente, suo figlio e suo nipote e li culla tutti insieme. E piangono tutti e tre, appiccicati uno all’altro, come una statua congelata, plasmata dalla sofferenza”. Una violoncellista francese, Claire Oppert, diplomatasi al conservatorio statale di Mosca “P. I. Tchaikovsky”, nonché filosofa, suona per i pazienti gravi, per i ragazzi autistici, per gli affetti da schizofrenia. Non solo allieva il loro dolore, ma dà vita ad un nuovo protocollo, “La cura Schubert”, che, secondo un primario può essere tradotto nella formula “10 minuti di Schubert=5 mg di Oxynorm (un antalgico simile alla morfina, ndr)”.