Negli ultimi quattro anni, in Francia, sette preti si sono suicidati. Due si sono tolti la vita quest’anno, entrambi ad agosto. Il Consiglio permanente della Conferenza episcopale francese ha così avviato un’indagine – la prima in assoluto – sulla salute fisica e mentale dei sacerdoti. La buona notizia è che il 93% ha risposto di essere in “buona salute”. La cattiva notizia è che ci sono “nodi” da sciogliere e sono il sovraccarico di lavoro, soprattutto nelle zone rurali, la depressione che può raggiungere addirittura, in 44 casi, il burnout, l’abuso di alcol e l’obesità
“Genocidio culturale”. Gli studiosi di cultura armena sono preoccupati per la sorte della millenaria presenza culturale e religiosa del popolo armeno nei territori che secondo l’accordo di pace siglato nei giorni scorsi saranno ceduti all'Azerbaigian. Aldo Ferrari dell’Università Ca' Foscari: “L’Azerbaigian ha vinto la guerra. Ha quindi ottenuto quello che voleva. Quello che si può e si deve chiedere è di mantenere le promesse fatte dal presidente azero, Ilham Alyev, al presidente russo Vladimir Putin, e cioè di salvaguardare il patrimonio artistico, culturale e religioso armeno. Lo deve fare sotto l’osservazione costante dei governi italiano e europei e dell’Unesco”
“Sono tutti mezzi che le autorità usano per fare pressione sulla Chiesa perché la nostra voce è la voce della verità e la verità non piace al nostro governo”.
Mons. Mariano Crociata, vice-presidente della Comece: “Si può temere una deriva di frammentazione collettiva nella lotta egoistica degli uni contro gli altri a tutti i livelli. Si deve però aggiungere che per molti questa crisi è diventata e può diventare la molla per un ribaltamento positivo della situazione”. Ad un patto però: “la solidarietà deve rimanere l’obiettivo e il metodo del progetto dell’Unione, se non si vuole far naufragare l’impresa europea in un passaggio cruciale della sua storia!”
“Ritrovare la speranza e la solidarietà”. Si intitola così il messaggio che i presidenti delle Conferenze episcopali dell’Unione europea rivolgono oggi alle Istituzioni europee e agli Stati Membri in vista del prossimo incontro del Consiglio dell’Unione europea. È la prima volta che i Presidenti dei vescovi Ue uniscono la loro voce per invitare a “costruire una fraternità universale che non lasci fuori nessuno” e vincere così “le più grandi sfide di questo periodo storico, inclusa la pandemia di Covid-19”. L'invito è ad "approfittare di questa crisi per realizzare un cambiamento radicale in meglio"
Manifestazioni, preghiere, rosari, slogan. In venti città della Francia questo fine settimana centinaia di cattolici, in piedi, sotto la pioggia, si sono radunati davanti alle loro chiese per chiedere alle autorità politiche e civili del Paese la possibilità di celebrare pubblicamente la messa nelle chiese.
Compiere tutti gli sforzi possibili e ad ogni livello per salvare da ulteriori distruzioni cappelle, chiese e monasteri, monumenti storici e culturali, musei, “come risultato della politica anti-armena dell’Azerbaigian”.
“I poveri nel mondo sono quelli di sempre”. Ma la pandemia ha peggiorato, aumentandole, le sacche di povertà. Imponente la macchina degli aiuti messa in atto dalla Chiesa italiana, soprattutto grazie alle Caritas diocesane che “hanno continuato a stare accanto agli ultimi” attraverso oltre 62mila volontari, da nord a sud del Paese. “L’ultima enciclica del Papa – dice al Sir don Di Mauro della Cei - ci ricorda che siamo tutti fratelli, che sopra la terra e sotto il cielo c’è posto per tutti. L’umanità sofferente e povera ci chiede un po' di posto anche e, soprattutto, nel nostro cuore”
Presentato oggi in Francia dal Secours Catholique il Rapporto sullo stato della povertà dal quale emerge che sempre più persone hanno bisogno di aiuti alimentari per non soffrire la fame. Un “esercito” di 8 milioni di poveri, il 12% della popolazione. Otto volte di più rispetto agli anni ‘80. “Il Secours Catholique non si abituerà mai a questa tragedia”, dice Véronique Fayet, presidente di Secours Catholique. “Stiamo ancora pagando gli effetti della crisi finanziaria del 2008, da cui non abbiamo purtroppo imparato la lezione”. E con preoccupazione, aggiunge: “Con la crisi sanitaria, ci stiamo preparando a mesi difficili”