È padre Marwan Moawad, parroco di S. Maroun - Bouchrieh, il sacerdote ripreso nel video choc che lo riprende durante le due esplosioni mentre celebrava la Messa. Raggiunto telefonicamente dal Sir, lancia un appello all’Italia: “Abbiamo bisogno di voi, del vostro aiuto, della vostra preghiera. Abbiamo bisogno di tutto il vostro supporto per rimanere in Libano e non lasciare questa terra. Dopo queste due esplosioni, la vita diventerà difficilissima, molto più di quanto non lo fosse prima. Abbiamo bisogno di voi, della solidarietà anche della Chiesa italiana. Abbiamo bisogno, ora più che mai, di vivere in unione e nella carità cristiana tra noi”
Dal 6 al 15 agosto i cattolici di tutto il Giappone saranno uniti nella preghiera per la pace, in memoria del 75° anniversario del lancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki che ricorre rispettivamente il 6 e il 9 agosto. Ancora oggi – racconta l’arcivescovo di Nagasaki, mons. Joseph Mitsuaki Takami, presidente della Conferenza episcopale giapponese - il Giappone fa i conti con gli effetti delle radiazioni ma “il danno più grave di quella tragedia non sono né la distruzione di due intere città, né le malattie e le disabilità. È la perdita di fiducia nell'umanità dopo aver sperimentato la cattiveria dell’animo umano”
Tutto distrutto. Un’apocalisse. “Mio marito ha vissuto qui 30 anni di guerra e mi ha detto: ‘Anna, ci vuole un mese di bombardamenti per ridurre Beirut così’. Pensi quindi la distruzione che in tre secondi questa deflagrazione ha causato. Tutta Beirut oggi ha i vetri esplosi. Tutta. Abbiamo di fronte ai nostri occhi un paesaggio apocalittico”.
“Ci siamo svegliati questa mattina ma nessuno aveva dormito. Eravamo tutti sotto choc. È stato quindi naturale sentirci e decidere di uscire di casa per aiutare chi aveva più bisogno. C’è un immenso lavoro che ci aspetta”.
“Una grande tristezza è scesa nella mia città natale di Derry oggi alla notizia della morte di uno dei nostri più grandi figli, John Hume. Quella stessa tristezza che riecheggia in ogni angolo dell’Irlanda e in tutto il mondo dove la semplice menzione del nome di John Hume evoca ammirazione, rispetto e gratitudine per una vita dedicata alla pace e alla giustizia sociale. Oggi stiamo ricordando un modello di pace, un gigante della politica la cui eredità di instancabile servizio al Bene Comune è acclamata a livello internazionale”.
Il settimanale della diocesi cattolica di Hong Kong “Examiner” apre con la notizia dell’attacco informatico ai computer della Holy See Study Mission e della diocesi. Sul sito, mons. Javier Herrera Corona, capo della Missione di studio della Santa Sede di Hong Kong, spiega che la sua istituzione ha vissuto una lunga storia di attacchi informatici, tra cui truffe ed e-mail fraudolente, ma dice anche di non avere prove di un “attacco specifico”, come asserito da Recorded Future. E sull'impatto che le accuse di hackeraggio potrebbero avere sul possibile rinnovo dell'accordo del Vaticano con Pechino, mons. Herrera fa notare che la Santa Sede “non discute informazioni relative ai negoziati attraverso canali elettronici”, facendo quindi capire che “il danno causato da qualsiasi violazione sarebbe limitato”
“Consapevoli che la crisi di Covid-19 è lungi dall’aver esaurito tutte le sue conseguenze”, i vescovi del Belgio hanno esaminato attentamente le misure sanitarie annunciate dal governo lunedì 27 luglio e riaggiornato il “Protocollo della Chiesa cattolica per le celebrazioni liturgiche” per adattare le decisioni del governo a livello ecclesiale.
Prima il Papa con un appello alla pace lanciato all’Angelus. Poi il Patriarca di Mosca Kirill con una dichiarazione firmata personalmente per chiedere una risoluzione di pace al conflitto armeno-azero. I leader religiosi, ma non solo, guardano con preoccupazione all'acuirsi della tensione nella regione del Caucaso. Per fortuna gli scontri - scoppiati il 12 luglio scorso al confine tra Armenia e Azerbaijan - si sono esauriti in pochi giorni perché il rischio di coinvolgere attori forti, come Russia e Turchia, sarebbe troppo alto. Intanto però la popolazione in Armenia è allo stremo
A quattro anni dalla morte di padre Jacques Hamel, assassinato nella chiesa di Saint-Étienne du Rouvray, la Francia si è unita per dire no ad ogni forma di violenza e dare testimonianza del rispetto profondo per la vita umana.