Maria Chiara Biagioni

Maria Chiara Biagioni

Sisci (Pechino), “la Cina guarda e si chiede chi comanda oggi a Mosca”

“Dal punto di vista cinese, quello che si sta vedendo, è un fallimento sistemico del potere moscovita”. Da Pechino, Francesco Sisci, esperto di geopolitica, già corrispondente dalla Cina per diverse testate italiane, racconta al Sir come il “gigante” d’Oriente sta seguendo l’evoluzione della crisi russa, dopo la rivolta armata lanciata da Yevgeny Prigozhin sabato scorso. “E’ chiaro – osserva l’esperto - che se prima Putin era il perno di tutto, oggi è solo uno dei 4/5 attori sulla scena. Ha perso enormemente potere. Significa quindi che per la Cina, non c’è più un interlocutore. Con chi parlano adesso? Chi comanda oggi a Mosca? Certamente Putin non comanda più ed è uno del mucchio. E’ una situazione estremamente confusa, di sostanziale anarchia. E la Cina guarda. Del resto, lo stanno facendo tutti”.

Don Caprio (Pio) su missione card. Zuppi, “il Papa rimane per i russi l’unico amico che hanno”

L'impatto del tentato golpe in Russia sulla missione di pace del card. Zuppi a Mosca. A parlarne al Sir è don Stefano Caprio,  docente di storia e cultura russa al Pontificio Istituto Orientale di Roma (Pio). “Non so - dice - se e quando il card. Zuppi andrà a Mosca ma questa vicenda in qualche modo rende più semplice in senso di motivazioni, la missione della Santa Sede perché i russi sono così isolati, anche dal punto di vista ecclesiastico, che Roma, il Papa, rimane l’unico amico che hanno”.

A Kherson un monastero tra le acque della diga di Kakhovka: “Siamo rimasti a fianco di anziani e disabili”. Rischio epidemie e mine inesplose

“Attualmente tutto sta iniziando a stabilizzarsi, le persone sono state evacuate e coloro che sono rimasti in città ricevono alloggi temporanei e assistenza fornita dal nostro monastero”. A fare il “punto” della situazione da Kherson, la città sommersa dalle acque della diga di Kakhovka è p. Ignatius Moskalyuk, osbm, rettore del monastero basiliano di San Volodymyr il Grande. C’è però la minaccia di un'epidemia a causa dell'inquinamento delle acque e il pericolo di mine e munizioni tanto che le autorità locali avvertono di non prendere in mano oggetti non identificati

Ucraina. P. Grynevych (Caritas Spes): “Situazione grave e pericolosa, è emergenza acqua potabile”

Nella notte del 6 giugno, la centrale idroelettrica di Nova Kakhovka nella regione di Kherson è stata fatta saltare provocando una catastrofe umanitaria ed ecologica in tutto il sud dell'Ucraina. Il Sir ha fatto “il punto” con padre Vyacheslav Grynevych, segretario generale di Caritas-Spes, che sta seguendo da ieri e di ora in ora la situazione: “Dopo l’esplosione la gente è rimasta senza elettricità, le infrastrutture si sono fermate, il sistema idrico non ha più funzionato. C’è quindi una grandissima necessità soprattutto di acqua potabile”

Ucraina. Don Ladnyuk (Dnipro): “Non stancatevi di questa guerra, ci siamo noi sul fronte a vedere come muore la gente”

Il corpo di una bimba di due anni è stato estratto dalle macerie di un edificio bombardato dai russi alla periferia di Dnipro. Ma sono 485 i bambini morti dall'inizio della guerra su vasta scala. E almeno 19.505 bambini ucraini sono stati "deportati" in Russia, di cui purtroppo non si ha notizia. Parla don Oleh Ladnyuk, sacerdote greco-cattolico salesiano di Dnipro: “Quello che ci fa male è sentire in Europa che la gente è stanca di questa guerra. Questo ci distrugge. Perché ci siamo noi sul fronte a vedere come muore la gente. Quello che vorrei chiedere all’Italia e all’Europa è: non stancatevi di questa guerra”