"Una bimba di 11 anni di nome Fatemeh Rezaei è morta a seguito di queste intossicazioni barbare del regime". Ci sono dunque anche le prime vittime dietro agli avvelenamenti che stanno andando avanti in Iran da quasi subito dopo l’uccisione di Mahsa Amini e stanno prendendo di mira la popolazione femminile iraniana. A denunciarlo è Azar Karimi, rappresentante dell’Associazioni Giovani iraniani in Italia. "Vogliamo che la Commissione delle donne delle Nazioni Unite faccia luce su quello che sta accadendo e prenda una posizione chiara"
Il racconto della giornata di ieri di mons. Cesare Lo Deserto, vicario generale della diocesi di Chişinău. Migliaia di persone ieri hanno bloccato non solo il centro di Chişinău, tentando addirittura di prendere d'assalto uffici del governo, ma hanno anche preso di mira gli ingressi e le vie di comunicazioni principali della città, provocando un disagio e soprattutto uno stato di allerta molto elevati. È preoccupante anche il segnale che stanno mandando le compagnie aeree come Air Moldova e WizzAir che hanno annunciato sempre ieri di aver cancellato alcuni “voli a causa di difficoltà operative”
“È una grande tragedia che provoca una grande tristezza e un immenso dolore”. Raggiunto telefonicamente dal Sir, mons. Martin Kmetec, arcivescovo di Smirne e presidente della Conferenza episcopale turca, commenta con queste parole la notizia del tragico naufragio di migranti sulle coste italiane a bordo di un barcone che era partito proprio dalla sua città.
“La 366ª stazione": è il titolo dell'iniziativa che, da un rifugio di Kiev, l’équipe dell'Ufficio nazionale di Caritas-Spes Ucraina ha trasmesso su YouTube venerdì 24 febbraio, giorno dell'anniversario dell'inizio del conflitto
Attivisti, medici e infermieri, giovani donne, sportivi. E’ “il popolo” afghano giunto questa mattina a Roma Fiumicino dal Pakistan grazie al programma dei Corridoi Umanitari realizzati da Caritas Italiana (per conto della Conferenza Episcopale Italiana), FcEI (Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia), Tavola valdese e Comunità di Sant’Egidio. “Nessuno di loro avrebbe mai voluto lasciare il Paese se solo ci fosse stata la possibilità di rimanere”, racconta Daniele Albanese di Caritas Italiana. “C’è molta rassegnazione purtroppo rispetto a quello che sta ancora succedendo lì. C’è la speranza ma al momento la situazione è talmente degenerata che è impossibile per nessuno di loro pensare di poter fare rientro in patria”.
Oltre 5,3 milioni di persone assistite da Caritas dall’inizio della guerra in Ucraina. È quanto emerge dai dati sugli aiuti forniti dall’intera Confederazione Caritas in Ucraina e nei Paesi vicini – ovvero Polonia, Romania, Moldavia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bulgaria e Ungheria.
Almeno 494 edifici religiosi in Ucraina sono stati distrutti, danneggiati o saccheggiati a seguito dell’invasione russa e sequestrati per essere utilizzati come basi militari russe.
Dal 24 febbraio 2022, che ha segnato l’inizio dell’attacco armato su larga scala in Ucraina da parte della Federazione Russa, al 15 febbraio 2023, l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ha registrato 21.293 vittime civili in 1.141 insediamenti dell’Ucraina, di cui 8.006 persone uccise e 13.287 ferite.