Maria Chiara Biagioni

Maria Chiara Biagioni

Fr. Alois (Taizé), “credere sempre nella Luce che viene anche nell’oscurità”

Fr. Alois, priore della Comunità ecumenica di Taizé, è appena tornato da un viaggio in Ucraina dove per cinque giorni, ha visitato i responsabili delle Chiese e incontrato i giovani nelle città di Kiev e Leopoli. “Abbiamo visto e vissuto il messaggio stesso di Natale: la luce che viene nella oscurità”. Fr. Alois è ora a Rostock, in Germania, dove dal 28 dicembre fino al 1° gennaio si svolgerà il tradizionale Incontro europeo dei giovani. Giunto alla 45ma edizione, all’incontro parteciperanno 5.000 giovani provenienti da tutta Europa. Ci sarà anche l'ex-presidente della Repubblica federale di Germania, Joachim Gauck, che interverrà alla preghiera delle 13 del 30 dicembre.

Ucraina: “miracolo di Natale” a Kherson, due razzi colpiscono la chiesa ma non esplodono. Mons. Szyrokoradiuk, “Dio controlla anche i missili”

Viene già chiamato “il miracolo di Natale”. Il 23 dicembre, i russi hanno bombardato il centro di Kherson da Grady. Due razzi sono volati contro la chiesa cattolica che in quel momento era piena di persone e anche bambini, ma non sono esplosi. Uno è caduto e si è spezzato in due, l’altro è rimasto incastrato nel muro.

Ucraina. Mons. Yazlovetskiy (vescovo ausiliare Kiev): “Il nostro augurio è uno solo ed è pace”

Il pianto dei familiari ai funerali dei soldati. Ma “il dolore più grande è quando muore un bambino”. Le città al buio e le case senza riscaldamento: “Ma nel buio in cui siamo sprofondati, si vede meglio ciò che è essenziale”. “Sarà certamente un Natale diverso rispetto agli anni passati” e a raccontarlo è mons. Oleksandr Yazlovetskiy, vescovo ausiliare della diocesi di Kiev-Zhytomyr e presidente della Caritas-Spes: “Il nostro augurio è uno solo ed è pace, pace, pace. La pace è come l’aria che respiriamo. È essenziale. Abbiamo bisogno di pace per vivere. La pace è al primo posto nei desideri oggi degli ucraini. Auguro quindi a tutti pace”

L’appello delle Chiese, “è emergenza umanitaria, non siano ignorati i timori di un nuovo genocidio”

Lettera delle Chiese cristiane al capo della politica estera dell'Unione europea Josep Borrell, perché intervenga e faccia il possibile per aiutare il popolo di etnia armena dell'Artsakh/Nagorno-Karabakh bloccato dagli azeri e tagliato fuori da vie di comunicazione e accesso al gas, proprio all'inizio dell'inverno. "In queste circostanze – scrivono i due organismi ecumenici -, i timori armeni di un nuovo genocidio contro di loro non possono essere ignorati, e il blocco dell'Artsakh/Nagorno-Karabakh è un contesto in cui tali timori sono notevolmente e comprensibilmente esacerbati".

Ucraina: sacerdote preso con la forza, minacciato e buttato fuori dalla sua città. La storia di padre Oleksandr che non vuole provare odio

La storia raccontata al Sir di padre Oleksandr Bogomaz, sacerdote della Chiesa greco-cattolica di Melitopol, che è stato preso con la forza, interrogato per tre ore e minacciato. Poi dopo la lettura di una “sentenza” di accusa-farsa, buttato fuori dalla città: “Non ho mai pensato di morire ma ero spaventato. C’era un uomo che mi ha rimproverato molto, mi ha urlato contro e detto ogni tipo di abominio, ha anche minacciato di spararmi. Non provo odio o sentimenti negativi nei loro confronti. Non voglio nemmeno pensarci. Non voglio nutrire il male nel mio cuore”

Azar Karimi, “stanno combattendo a mani nude contro il regime e non si fermeranno. Aiutiamoli”

Le immagini che arrivano parlano di ragazzi giovanissimi giustiziati e di madri che piangono sul luogo dove sono stati seppelliti. Azar Karimi fa parte dell’Associazioni giovani iraniani in Italia e la sua missione oggi è far sapere al mondo cosa sta succedendo in Iran e soprattutto nelle carceri iraniane. “Il bilancio degli arresti e delle persone che sono morte - dice - è altissimo ma non è quello reale. Sicuramente sono di più di quello che ci arriva come documentazione. A noi risultano 700 morti e 30 mila persone arrestate. Ma, ripeto, sono di più. E parliamo anche di bambini, ragazzi minorenni, giovani, uomini e donne. Non c’è filtro”.

In prima linea ma poco riconosciute. Il rischio povertà in Europa è purtroppo ancora donna

Donne a confronto su come l’esperienza Covid ha impattato sulla loro vita. Sono state la Comece e la Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa (Fafce) a offrire questa piattaforma di condivisione promuovendo a Bruxelles una conferenza. Molte però sono le ombre. La crisi pandemica ha esacerbato le disuguaglianze di genere e invertito i progressi che si erano acquisiti negli anni precedenti. La Caritas Europea avverte: il fatto che il 75% dei prestatori di assistenza informale sia costituito da donne pone un onere maggiore sulle donne rispetto agli uomini che spesso le induce a stare (parzialmente o completamente) fuori dal mercato del lavoro o ad accettare redditi inferiori. E’ ora di invertire la rotta e investire su una “Strategia europea sulla cura”.