“Dobbiamo fare tutto il possibile per arrivare ad una pace giusta e bisogna fare di tutto anche per lavorare ad una riconciliazione perché, senza riconciliazione, la pace non è possibile”. La pace in Ucraina è stata al centro dell’udienza che la Presidenza della Comece ha avuto ieri con Papa Francesco in Vaticano. “Si vede che è una guerra che fa male al Papa”, confida al Sir il card. Hollerich. “Dobbiamo sempre avere speranza e fare di tutto perché l’impossibile diventi possibile”, aggiunge
“Non bisogna fare di ogni erba un fascio, delegittimare approssimativamente e con superficialità tutti. Il qualunquismo non porta da nessuna parte e non serve. Siano invece rinforzati il credito e la stima verso coloro che lavorano bene perché lo facciano sempre meglio. Che sia quindi un’occasione per crescere e non un’occasione per delegittimare le istituzioni e il cammino comune di cui abbiamo bisogno. Non si può andare avanti nella nostra Europa senza Unione europea. Servirsi di questo episodio per delegittimare l’Ue è disonesto. È una strumentalizzazione”.
“Gli stessi russi affermano di aver portato dall’Ucraina più di 150.000 bambini ucraini. Ma la cosa più barbara è che i bambini ucraini del Donbas vanno nei campi militari creati dai ceceni incaricati ad educare i bambini ucraini nel modo più aggressivo per odiare la loro patria. Nelle mani dei bambini vengono messe le armi”.
I due sacerdoti redentoristi di Berdyansk, nella regione di Zaporizhzhia, padre Ivan Levytskyi e padre Bohdan Geleta, detenuti illegalmente dalle forze russe, vengono torturati per estorcere da loro la confessione di accuse del tutto infondate.
Da Pechino a Shanghai, a Nanchino, i manifestanti sono scesi per le strade di almeno 6 città della Cina nel fine settimana per manifestare contro le misure di lockdown. A seguito delle proteste, il governo ha deciso di rafforzare la presenza di forze dell'ordine nelle città. Sono aumentati agenti e mezzi della polizia e i controlli. Ci sarebbero stati anche arresti nelle ultime ore, almeno quattro. Francesco Sisci: “quelli che protestano e sono scesi in piazza apparentemente sono ancora una minoranza. Qualche decina di migliaia e non un milione di persone. Certamente, sono una punta di iceberg, il segnale di un problema più profondo”. “Si è rotta la fiducia che c’era tra la gente e la leadership”
“Chiediamo l’immediato rilascio dalla custodia e dalla detenzione dei nostri sacerdoti – padre Ivan Levytsky e padre Bohdan Geleta – e la garanzia che possano proseguire il loro servizio legale senza ostacoli ai bisogni spirituali dei fedeli dell’a Chiesa greco-cattolica ucraina (Ugcc) che vivono a Berdyansk”.
Un “Anno della Misericordia”, perché “le ferite e le devastazioni causate dalla guerra sono così grandi che ci vorranno molti anni e molti sforzi per sanarle e ricostruire ciò che è stato distrutto”.
“Siamo grati al Santo Padre per questa lettera, indirizzata al popolo ucraino, che risponde al grido della popolazione stremata da una guerra ingiusta e insensata”.