In visita a Tokyo il presidente degli Stati Uniti ha detto di essere pronto a un intervento militare in sostegno di Taiwan nel caso di un’invasione cinese. Ha usato parole durissime che rischiano l’incidente diplomatico in un momento già teso. “C’è un nervosismo gigantesco nella Regione”, conferma l’esperto Francesco Sisci al Sir
Si è concluso oggi il viaggio di quattro giorni in Ucraina del segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher. Da Leopoli a Kiev, il diplomatico di Papa Francesco ha avuto la possibilità di parlare con gli sfollati, visitare i luoghi dei grandi massacri di civili, confrontarsi con i vescovi delle Chiese latina e greco-cattolica e parlare con le autorità del Paese. A Kiev, ha avuto incontri con il primo ministro, con il capo dell’amministrazione presidenziale e con il ministro degli Esteri, alti ufficiali del governo per “riflettere insieme quale direttrici loro vedono e quale l’apporto la Santa Sede può dare, sia nella ricerca della pace, sia nel campo della futura ricostruzione”. È il nunzio apostolico, mons. Kulbokas, a tracciare al Sir un bilancio della visita
Emissioni di rifiuti tossici dalle grandi imprese industriali. Incendi. Migliaia di carri armati e veicoli blindati russi abbandonati. Emergenza acqua e più di 80.000 chilometri quadrati dell'Ucraina che devono essere ripuliti da mine e resti di esplosivi. “Le ferite inflitte dall'esercito russo alle foreste, alle steppe e ai bacini idrici dell'Ucraina rimarranno per decenni e l'eredità della guerra sarà minacciata anche dopo che le armi tacceranno”. È l’ufficio per l’ecologia della Chiesa greco-cattolica ucraina, a lanciare l’allarme e a pubblicare sul suo sito un Report dettagliato sui “danni” ambientali provocati durante la guerra
“Continuate ad essere coraggiosi e forti, e l’Ucraina risorgerà”. Ha pronunciato parole di incoraggiamento mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, rivolgendosi ai rifugiati ospitati al Centro di S. Giovanni Paolo II di Leopoli.
Una preghiera per i morti e per tutte le vittime della guerra ed una benedizione dalla terrazza della curia cattolica di Leopoli alla città e a tutto il popolo ucraino.
Il monastero dell’Ordine di San Paolo primo eremita a Mariupol dove vivevano e prestavano servizio i padri paolini, è stato sequestrato dai russi ed è diventata ora la sede della dell’amministrazione locale della cosiddetta Repubblica popolare di Donetsk. A dare la notizia padre Pavlo Tomaszewski, il parroco paolino della parrocchia di Nostra Signora di Czestochowa di Mariupol, con un post su Facebook. Al Sir racconta: “Il 17 marzo il nostro monastero è stato saccheggiato. Hanno preso tutto quello che c’era, anche i calici per il servizio divino e ogni cosa di valore”. “In città non c’è un servizio di telefonia mobile o di internet. So che c’è corrente e acqua da qualche parte. Ma lì è un disastro. Vi confido che è molto difficile per il mio cuore. È difficile per me, perché ci hanno tolto la chiesa, hanno fatto di tutto per farci andare via. E ora l’hanno disonorata. È molto, molto difficile da accettare”
Parla l'arcivescovo di Algeri, mons. Jean-Paul Vesco, sulla canonizzazione, domenica 15 maggio, di Charles de Foucauld: “Quando morì, l’Europa era dilaniata dalla Prima Guerra mondiale. La sua morte e la sua canonizzazione avvengono pertanto in due momenti difficili e paralleli di conflitto in Europa. Ma se si guarda oggi al futuro santo, torna di nuovo il messaggio di fraternità che ha attraversato costantemente la sua vita”
Non solo Mosca. Giornata della Vittoria, con i simboli russi della V e della Z e strisce di San Giorgio, anche a Tiraspol e Chisinau. Nella capitale della Transnistria, in una “città in festa”, la gente è scesa per le strade, tra i clacson delle macchine e tante bandiere russe e transnistriane. In Moldova, invece, centinaia di persone hanno partecipato ad una marcia organizzata in occasione del 9 maggio per la "Giornata della Vittoria". Il corteo è partito dalla Grande Piazza della Assemblea Nazionale a Chisinau e si è diretto verso il Complesso Memoriale Eternitate, il monumento chiamato anche “Memoriale della Vittoria” costruito in epoca sovietica. A guidare la marcia, l'ex presidente della Repubblica di Moldova, Igor Dodon, conosciuto per le sue posizioni filo russe
Sommando le cifre dei due bilanci presentati in queste ore da Caritas-Spes e Caritas Ucraina, si può dire che dall’inizio del conflitto, i centri e i volontari dei due organismi, diffusi capillarmente su tutto il territorio ucraino, sono riusciti a raggiungere e aiutare 1.400.000 persone. Caritas-Spes esprime preoccupazione per le Caritas presenti nei territori occupati dai russi, in particolare nella città portuale di Berdyansk, tra Mariupol e Mykolaiv, dove “i rischi per i dipendenti del centro sono peggiorati”.