Piantare un albero come segno di speranza per la primavera che inizia, come gesto di guarigione dalle ferite della guerra, come cura di una terra devastata anche dal punto di vista ambientale.
Il confitto ucraino visto a Chisinau, tra paura per il coinvolgimento nell’invasione russa, l’incertezza per il futuro, l’incognita Transnistria e soprattutto il duro colpo su una povertà già strutturale. Siamo nel “Paese delle badanti”, dove lo stipendio medio nella capitale è di 300 euro al mese e dove l’emigrazione rappresenta per molti l’unica via d’uscita
“Ogni occupazione porta un male. La chiesa sta soffrendo come tutti i civili di Kherson. La chiesa cattolica è stata sempre perseguitata in Russia per questo oggi prega per l’indipendenza dell’Ucraina, prega per tutti coloro che hanno soffrendo e continuano a soffrire a causa delle occupazioni e della guerra”.
“Far ripartire i negoziati altrimenti questo conflitto si prolungherà all'infinito e distruggerà tutto. Nessuno si salverà. Nessuno rimarrà sulla terra Ucraina. Tutti partiranno e fuggiranno via. E lì sarà un campo di battaglia. Non finirà. Tutti pagheremo questa guerra che già sta avendo un costo altissimo”. A chiederlo è il vescovo di Chişinău, mons. Anton Cosa, all’indomani delle esplosioni che sono avvenute ieri a Tiraspol, capitale della Transistria. “Temo anche le provocazioni che possono partire da dentro il nostro paese”, aggiunge il vescovo, e “rischiano di dare ai russi un pretesto in più per intervenire”
La parrocchia Santissima Trinità di Tiraspol si sta organizzando per diventare in caso di attacchi rifugio anti aereo. È il parroco padre Piotr Kuszman, a raccontarlo al Sir.
Prima tappa del viaggio Sir in Moldova per stare a fianco degli ucraini in fuga dalla guerra e di chi li accoglie. Siamo nel Centro don Bosco di Chişinău. Odessa dista solo 180 chilometri. “Accogliere queste persone – dice don Sergio Bergamin, salesiano di Padova e responsabile dell’oratorio - significa accogliere il dramma che stanno vivendo, mettersi in ascolto del dolore e del grido che hanno dentro. Significa fare silenzio quando fanno fatica a parlare e ascoltarli quando invece hanno bisogno di qualcuno con cui sfogare i loro problemi. Una signora ieri mi diceva di aver saputo che la sua casa a Mykolaiv è stata bombardata”
Si sono visti missili oggi nel cielo di Odessa e per la prima volta, dall’inizio del conflitto, sono stati attaccati obiettivi civili. Ci sono morti ma il numero delle vittime è ancora tutto da definire. L’attacco è avvenuto a poche ore dall’inizio della Pasqua e da Odessa, padre Roman Krat, parlando al Sir, rivela un particolare preoccupante: su uno dei missili lanciati, c’era la scritta in russo, “Cristo è Risorto”
La notte del 24 aprile è trascorsa relativamente tranquilla in molte regioni dell'Ucraina. Tuttavia, si sono sentite esplosioni in diversi oblast e sono continuati i bombardamenti. Lo riferisce la Pravda ucraina con riferimento ai dati comunicati dai capi delle regioni alle 8 di mattina del 24 aprile. In questo contesto di pericolo e sangue, i cristiani – ortodossi e greco-cattolici – stanno celebrando oggi la Pasqua secondo il calendario giuliano. “Cristo cammina attraverso le nostre porte chiuse di paura, incertezza, persino attraverso il nostro dolore e la nostra sofferenza”, assicura il Capo della chiesa greco-cattolica, Sviatoslav Shevchuk, nel suo messaggio pasquale. “Sta attraversando la tragedia della sofferenza e tutti i pericoli della guerra. E ci porta la sua gioia celeste per dare all'Ucraina, al suo popolo, a ciascuno di noi, la sua pace”