La “lista” delle città ucraine sotto assedio e a rischio di catastrofe umanitaria si allunga di giorno in giorno. L’appello oggi dell’arcivescovo greco-cattolico Sviatoslav Shevchuk perché si facciano i corridoi umanitari che consentano alla popolazione civile di spostarsi nei luoghi sicuri e ai convogli umanitari di portare viveri e solidarietà umana. “Mariupol è senza acqua”, dice preoccupata la presidente di Caritas Ucraina e a Kherson un padre basiliano fa sapere: “siamo completamente tagliati fuori dalla comunicazione. Non sappiamo cosa stia succedendo in Ucraina, quale sia la situazione"
Parla il vescovo di Odessa: “Ci sono allarmi, soprattutto di notte. Per sicurezza stiamo dormendo sotto nei rifugi. Si sa che ci sono attacchi attorno ad Odessa, ma in città, per ora e grazie a Dio, la situazione è tranquilla. Aspettiamo, aspettiamo che ci attaccano dal mare. È molto pericoloso”. È stata completamente distrutta da una bomba una parrocchia vicino a Kherson. Per fortuna, non ci sono state vittime. A Odessa, ogni parrocchia e la cattedrale sono aperte per distribuire pasti, soprattutto agli anziani rimasti soli. La città è vuota.
Una maratona di preghiera di 7 ore, dalle 14 alle 21, e in collegamento con sette città dell’Ucraina per implorare da Dio il miracolo della pace. Rispondendo all’appello di Papa Francesco, anche i cattolici in Ucraina oggi si sono fermati ed hanno pregato nei monasteri e nelle chiese e in diretta online nei luoghi dove si trovano, nei rifugi, nei campi e nei centri di accoglienza, lungo le strade di fuga. L’appello per il secondo round di colloqui tra Russia e Ucraina: “Per noi ogni minuto conta tantissimo. Ogni minuto di cessate-il-fuoco può significare la salvezza di tante vite umane. Dai colloqui, aspettiamo che si arrivi almeno ad un cessate-il-fuoco per continuare la strada del dialogo”
“Le preoccupazioni stanno crescendo. Cominciano a farsi sentire i primi segnali del contraccolpo a livello economico dettato dalle sanzioni. Non ho assistito personalmente a momenti di panico però diversi fedeli mi hanno parlato del rischio di perdere il lavoro nelle prossime settimane, anche delle difficoltà che si possono manifestare a causa della forte svalutazione del rublo e quindi del prevedibile aumento dei costi a fronte di un non aumento degli stipendi”.
Il bollettino di guerra da Kharkiv è drammatico e difficile da stilare. Le foto che arrivano anche al Sir da lì ritraggono strade piene di macerie. Gli edifici in centro presi e colpiti dalle bombe. In queste ore i vigili del fuoco sono impegnati a spegnere gli incendi. Si contano i morti e si benedicono le salme.
Il racconto della operatrice di Caritas-Spes da Mukachevo: da Kharkiv arrivano notizie terribili: le bombe colpiscono tutto e tutti, anche i civili, anche donne e bambini. A Kiev, mi stanno scrivendo dai rifugi. Ogni ora ci sono sirene e ogni ora devono scendere giù. La cosa più spaventosa è che le truppe russe attaccano non solo le strutture militari, ma anche gli appartamenti, gli ospedali, le istituzioni educative. Migliaia di persone non potranno tornare nelle loro case perché bombardate e distrutte dalla guerra
Intervista a mons. Visvaldas Kulbokas, nunzio apostolico in Ucraina: “Non siamo soltanto un’ambasciata. Io qui rappresento il Papa presso l’Ucraina, ma anche presso il popolo e presso le Chiese in Ucraina. Ho non soltanto il dovere, ma anche la possibilità di stare vicino alla gente. Quindi il mio posto è qui. Certo, se vedessimo che umanamente è impossibile restare, si porrà la questione ma per il momento se si riesce a stare qui, noi non ci muoviamo”. E sulla Giornata di oggi dice: “La preghiera contribuisce alla pace perché distrugge le fondamenta stessa della guerra. Elimina l’arroganza, la mancanza di responsabilità. Genera conversione, ci consegna lo spirito di umiltà. E quando Dio ci vede così, non può rimanere indifferente e non darci in dono la pace”
Una bomba questa mattina presto ha colpito anche la curia della Chiesa cattolica di Kharkiv. Dentro, nei sotterranei, erano rifugiate 40 persone. Stanno bene. Per fortuna, l’attacco ha solo provocato un grosso buco sul tetto.