I ricercatori hanno provato a sperimentare in laboratorio il trapianto di un cromosoma X, che nell’essere umano può essere portatore di numerose malattie.
Una recente ricerca (pubblicata su "Science") apre una pista terapeutica nuova, combinando per la prima volta in modo rigoroso due approcci, entrambi molto promettenti.
Nei topi quattro vaccini su cinque hanno ridotto l'estensione del tumore, mentre il quinto ci è riuscito dopo la rimozione di un adiuvante sintetico che agiva sul sistema immunitario.
Chi ha stabilito, poi, che la sola probabilità (così come la certezza) di contrarre una malattia in età adulta sia un buon motivo per essere “scartati” dall’avventura della vita? Forse i “sani” hanno più diritti umani dei “difettosi”? E chi avrebbe il diritto di stabilire quale debba essere l’altezza considerata accettabile per un soggetto, oppure il grado di intelligenza che lo abilita alla prosecuzione della sua crescita? E con quali criteri di misura si dovrebbe effettuare questa valutazione? Nient’altro che riferimenti convenzionali, stabiliti da “chi ha voce in capitolo” (specifici ruoli? alte cariche? maggioranza?), che ricadono lesivamente sulla dignità e la vita stessa di altri soggetti inermi ed incapaci di reazione. Vogliamo davvero migliorare la specie umana?