Nelle comunicazioni alle Camere in vista del Consiglio europeo, Mario Draghi ha ribadito che “la strategia dell'Italia in accordo con l'Ue e con gli Alleati del G7 si muove su due fronti: imponiamo sanzioni alla Russia perché Mosca cessi le ostilità e accetti di sedersi al tavolo dei negoziati”. Rivolgendosi prima ai senatori e poi ai deputati, il presidente del Consiglio ha sostenuto ancora una volta che “la sottomissione violenta e la repressione di un popolo per mano di un esercito non portano alla pace ma al prolungamento del conflitto” e il governo italiano insieme ai suoi partner “intende continuare a sostenere l'Ucraina così come questo Parlamento ci ha dato mandato di fare”
Nell'election day del 12 giugno, comunque, il dato che spicca su tutti è quello dell'astensionismo. Eclatante quello relativo ai referendum - è andato alle urne solo il 20,9%, record negativo di sempre - ma molto significativo anche quello che ha investito le comunali: partecipazione ferma a poco più della metà degli aventi diritto, 54,72% contro il 60,12 della volta precedente
La partecipazione è stata così bassa – la più bassa di sempre: il 20,9% – da esigere una riflessione schietta sia sull'istituto del referendum abrogativo in sé, sia sui quesiti al centro di questa specifica tornata.
Domenica 12 giugno seggi aperti dalle 7 alle 23 in tutta Italia per il voto su cinque referendum in materia di giustizia. Ma per circa 9 milioni di elettori distribuiti in 19 Regioni l'appuntamento è doppio: si eleggono infatti sindaci e consiglieri in quasi mille Comuni (in 4 centri della Valle d'Aosta si è già votato il 15 maggio), per un totale di oltre 17mila incarichi da assegnare. I Comuni capoluogo di provincia interessati dal voto sono 26, di questi, 4 sono anche capoluoghi di Regione
Vediamo in estrema sintesi i contenuti di questa consultazione che, come sempre per i referendum abrogativi, sarà valida se parteciperà al voto la metà più uno degli aventi diritto
Servirebbe un grande sforzo convergente e non un'esasperazione dei conflitti per riprendere i fili di un discorso collettivo che sembra sempre sul punto di sfuggire di mano.