Stefano De Martis

Stefano De Martis

Lavoro. Manfredonia (Acli): “Non bastano misure contro la crisi e la garanzia di un reddito se manca l’occupazione”

Emiliano Manfredonia, classe 1975, pisano, è da un mese il nuovo presidente nazionale delle Acli, eletto dal congresso in un'inedita versione online, come ormai accade in tutti gli ambiti sociali. Spiega Manfredonia: “La proroga del blocco dei licenziamenti, per esempio, è fondamentale. Anche come Acli l'avevamo chiesta con insistenza, ma il dopo richiede una visione strategica e riforme strutturali, cogliendo in pieno l'opportunità del Next Generation EU che, fuori da ogni retorica, dev'essere il cacciavite per sistemare o scardinare meccanismi inceppati da decenni”

Decreto Sostegni. Con i suoi 32 miliardi di euro equivale a una legge annuale di bilancio

Se si pensa che nel 2020 sono stati 108 i miliardi mobilitati contro il Covid e le sue conseguenze, si ha la misura di quanto la pandemia abbia cambiato anche la scala di valutazione delle operazioni di finanza pubblica. E già si prefigura la richiesta al Parlamento di un nuovo extra-deficit (quello che ha aperto la via al “decreto sostegno” risale alla gestione Conte) per mettere in campo altri interventi. Si parla di un ulteriore scostamento di bilancio pari ad almeno 20 miliardi

Giornata nazionale in memoria delle vittime della pandemia, il dovere di non dimenticare e non ripetere gli errori

La legge che istituisce per il 18 marzo la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di Coronavirus” è stata effettivamente approvata a poche ore dalla sua prima edizione. È stata la commissione affari costituzionali del Senato, riunita “in sede deliberante” e all'unanimità, a dare il via libera definitivo dopo che il relativo disegno di legge era stato approvato dalla Camera il 23 luglio 2020. Il varo in extremis non deve trarre in inganno: non c'era alcun dubbio sull'esito dell'iter della proposta che unificava quelle presentate dai vari gruppi parlamentari. Unanime era stato anche il voto dell'Aula di Montecitorio nella scorsa estate, uno dei pochi momenti prima dell'era Draghi in cui i partiti erano stati in grado di manifestare quello spirito unitario che la situazione avrebbe richiesto sin dall'inizio e che il Capo dello Stato ha sistematicamente richiamato e testimoniato.

Un anno dopo il lockdown. Draghi: “Ognuno deve fare la propria parte nel contenere la diffusione del virus”

“Il 10 marzo di un anno fa l'Italia si chiudeva diventando per la prima volta una grande zona rossa...”. È lo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi, a ricordare quella data. Il videomessaggio per la conferenza “Verso una strategia sulla parità di genere”, in occasione della festa della donna, diventa anche l'occasione per tornare a parlare agli italiani alla vigilia di una nuova stretta contro la pandemia, mentre le statistiche segnalano che il numero delle persone morte per Covid ha superato la terribile quota centomila. Oggi come allora, nella continuità delle istituzioni democratiche al di là dei mutamenti politici, le parole del premier sono un richiamo all'unità e un appello al contributo di tutti.

Torna il tema delle riforme istituzionali

Nel dibattito politico si riaffaccia il tema delle riforme istituzionali e i motivi si possono ricondurre soprattutto a tre filoni. Come ha ricordato lo stesso premier Draghi nel suo discorso programmatico, quello da lui presieduto è il terzo governo della legislatura iniziata nel marzo 2018. E' l'ennesima conferma di un problema di stabilità dell'esecutivo che con alterne vicende (finché esistevano partiti forti e strutturati il sistema aveva una sua continuità di fondo) accompagna sin dagli inizi la vita della Repubblica. Un secondo filone è incentrato sulla necessità di introdurre, come promesso dai sostenitori della riforma confermata con referendum, alcuni correttivi per riequilibrare il sistema dopo il taglio drastico dei parlamentari, che diventerà operativo con la prossima legislatura (dal 2023, se non ci saranno scioglimenti anticipati). Il terzo spunto chiama in causa la straordinaria opportunità offerta da una fase politica in cui il governo è sostenuto da un arco di forze che rappresenta quasi tutto il Parlamento.