Visitare i fratelli evangelici in una delle loro sedi storiche è un gesto che "riempie il futuro". Ma è tutto l'incontro con la chiesa di Torino, a partire dalla Sindone e dal Cottolengo, che si annuncia come un momento felice di umanesimo cristiano. A cui si aggiunge la volontà espressa dall'arcivescovo Nosiglia di consegnare nelle mani del papa le elemosine dei pellegrini della Sindone.
Giornata intensissima quella vissuta da Francesco. Dopo il prologo a Pompei, eccolo a Scampia. Poi un lungo, interminabile corpo a corpo, con un popolo entusiasta al quale non si è mai sottratto: «Siamo tutti napolitani…». Il "miracolo" del sangue di San Gennaro che si è liquefatto. L’inconfondibile augurio: «E ca a’ Maronna v’accumpagne!». Il saluto, uno a uno, di tutti i 120 detenuti a Poggioreale.
Sempre simpatici e incisivi i neologismi di papa Francesco. Chi non ricorda il suo appello a essere “perdonatori”? Oppure l’invito alla chiesa a essere “facilitatrice” e non controllore della fede? In questi giorni nella consueta omelia di casa Santa Marta il papa ne ha creato uno nuovo. Ha parlato di alibi “spiegativo” delle nostre mancanze, dei nostri peccati.Per leggere il servizio iscriviti gratuitamente al nostro sito.
Nel messaggio per la quaresima di quest'anno papa Francesco invita a considerare la preghiera come un mezzo efficace al fine di superare la tentazione dell’indifferenza e della durezza del cuore, dove potrebbe cadere chi si trova nel comodo e nella tranquillità. L'invito a porre gesti di carità.
Ricorre oggi il secondo anniversario del papato di Jorge Mario Bergoglio. Il fondatore della comunità di Bose, Enzo Bianchi riflette sui gesti e le parole di papa Francesco: «Ha una tale passione per il vangelo e per l’imitazione – questo è il termine corretto – del Gesù uomo in tutti i suoi atteggiamenti, che cerca di ripeterne i gesti, quegli stessi gesti che scandalizzano oggi come ieri».
In 80mila a piazza San Pietro con papa Francesco per celebrare il 10° anniversario della morte del fondatore don Luigi Giussani e i 60 anni dalla fondazione del movimento, che conta circa 300mila membri sparsi in tutto il mondo. Il saluto di don Juliàn Carron: «Come mendicanti, col desiderio di imparare, per essere aiutati a vivere con sempre maggiore fedeltà e passione il carisma ricevuto».
Severo richiamo: «I gesti esteriori di religiosità non bastano per accreditare come credenti quanti, con la cattiveria e l’arroganza tipica dei malavitosi, fanno dell’illegalità il loro stile di vita». Mons. Nunzio Galantino ha assicurato che le parole del papa hanno purificato «sempre di più le nostre scelte pastorali» e intensificato la «vigilanza sulle manifestazioni popolari della nostra fede».
Papa Francesco ha scelto l'inno alla carità della Prima Lettera di san Paolo ai Corinzi come "Magna Charta" per i nuovi porporati. Cordiale stretta di mani con Benedetto XVI. Ai cardinali ha ricordato che «chi vive nella carità è de-centrato da sé». E ancora: «Quella cardinalizia è certamente una dignità, ma non è onorifica». Dunque, «un cardine, un perno, un punto di appoggio» per la vita della comunità.
È una traccia indelebile quella lasciata da Francesco fra gli ospiti stranieri del "Campo Arcobaleno". Nella parrocchia di Santa Maria del Soccorso, guidata da don Mario Maggioni, a soli 200 metri dalle baracche, si respira l'aria delle villas miserias che Bergoglio ha lasciato a Buenos Aires. Ma qui si tocca con mano la chiesa in uscita e che non fa rumore.