Finalmente ci siamo! La pubblicazione dell’esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia, sull’amore nella famiglia di papa Francesco pone il sigillo sul cammino sinodale compiuto negli ultimi tre anni. Sia ben chiaro: i paragrafi, che scandiscono il documento, non segnano una conclusione, ma un nuovo inizio. Il cerchio, quindi, non si chiude, ma si apre ancora. E in questo aprirsi, ricomprende tutto il lavoro svolto…
Il nome di Dio è misericordia (edizioni Piemme, 15 euro) di Andrea Tornielli: un libro-intervista che è più un viaggio nel mondo interiore di un uomo che un freddo botta e risposta tra un papa e un vaticanista. Nei giorni scorsi la presentazione a Padova con l'autore.
Sarà presentata alla stampa venerdì 8 aprile, alle ore 11.30, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, l’Esortazione apostolica post-sinodale di Papa Francesco “Amoris laetitia”, sull’amore nella famiglia.
Il Papa ha concluso il ciclo di catechesi sulla misericordia nell'Antico Testamento offrendo ai circa 30 mila fedeli presenti in piazza San Pietro una meditazione sul Salmo 51, il "Miserere". "Dio è più grande del nostro peccato", ha ripetuto per tre volte insieme alla folla. Dio "non nasconde il peccato, ma lo distrugge e lo cancella dalla radice, non come fanno in tintoria". "Tutti siamo peccatori": la "dignità" del perdono di Dio è "quella di alzarci".
Al Cara di Castelnuovo di Porto il tradizionale gesto prepasquale. I profughi arrivano da Nigeria, Eritrea, Mali e Pakistan e sono cattolici, cristiani copti, indù, musulmani. Perego (Migrantes): “Dopo gli attacchi l'invito è a non chiudersi”. Ripamonti (Astalli): “Gesto semplice e dirompente”.
Al termine dell'udienza del mercoledì, prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana, il Papa ha ricordato i tragici attentati di Bruxelles e ha chiesto la "condanna dei crudeli abomini" e la preghiera per "convertire i cuori di queste persone accecate dal fondamentalismo crudele".
Entusiasmo, umiliazione, indifferenza, annientamento, misericordia. Sono le parole che Francesco ci ha proposto nella sua omelia per la Domenica delle Palme, trentunesima Giornata mondiale della gioventù.