È la prima volta che le note degli inni nazionali vengono accompagnate da un movimento lento, ritmato, quasi una danza compiuta da giovani che hanno voluto così dare il benvenuto in Ecuador a Papa Francesco. Poi una ragazza che si toglie la sua fascia tricolore e la mette al collo di papa Francesco.Per leggere i "post-it" di Fabio Zavattaro al seguito di papa Francesco in America Latina iscriviti gratuitamente al sito.
La parrocchia alla periferia sud di Padova è connotata dalla presenza dei sacerdoti del Sacro Cuore fin dalla sua nascita. I religiosi collaborano anche con la pastorale giovanile e il centro missionario, oltre a sostenere le attività di parrocchie limitrofe. Da un anno Padova è anche la sede della Comunità per l'animazione e l'attività missionaria per l'intero istituto
Una famiglia, un parroco, un gruppo giovanissimi, un’insegnante di scuola paritaria, un’accompagnatrice degli adulti, una giornalista, un missionario, una volontaria Caritas, una religiosa: a loro abbiamo chiesto, a nome di tutta la diocesi, di consegnare al “padre vescovo” un augurio per il futuro.
Rileggere un quarto di secolo di vita della chiesa padovana in cammino col suo vescovo Antonio, consente di cogliere l’unitarietà di un percorso che ha sempre posto al centro della riflessione la comunità dei credenti, vero soggetto di tutti i piani pastorali che si sono man mano succeduti fino a diventare il segno e la cifra più evidente della chiesa di Padova a cavallo tra i due millenni.Per leggere il servizio iscriviti gratuitamente al sito.
Il denso testo dell’Instrumentum laboris diffuso in questi giorni in preparazione all’assemblea sinodale del prossimo ottobre, offre l'immagine di una chiesa viva e differenziata, non in lotta al suo interno, ma in ascolto delle istanze del mondo, pronta a rispondere con il vangelo alle sfide che oggi pone il tema della famiglia.
Il saluto del vice presidente del consiglio pastorale diocesano a nome dell'intera chiesa di Padova: «La sua azione pastorale, vescovo Antonio, ha scommesso sul protagonismo di noi laici, chiamandoci a passare dalla mera collaborazione a una sempre maggiore corresponsabilità ecclesiale».
L’omelia del vescovo Antonio nel giorno del congedo dalla diocesi di Padova: «La vera, l’unica civiltà degna dell’uomo e che può assicurare il progresso è la civiltà dell’amore, non quella dell’egoismo e della prepotenza. E la carità è la testimonianza più alta di Dio: mantenetela sempre viva e operosa».Per leggere il servizio iscriviti gratuitamente al sito.
Dietro la “scorza dura” e il carattere forte, ha sempre manifestato un amore profondo per la sua chiesa e la capacità innata di stabilire relazioni intense con le persone: nelle visite pastorali, incontrando i lavoratori, dialogando nella loro lingua d’origine con i fratelli immigrati. Anche per questo non lo dimenticheremo, così come lui porterà sempre la nostra chiesa nel cuore.Per leggere l'articolo iscriviti gratuitamente al sito.