Far abitare la parola “speranza” anche nelle carceri. L’apertura della Porta Santa nel penitenziario di Rebibbia rappresenta, come spiega suor Nicoletta Vessoni in questa intervista, un invito a un impegno quotidiano verso questi nostri fratelli. “Urge vivere in questo periodo storico-politico segni molto concreti di attenzione verso il mondo del carcere, segni di accoglienza e prossimità, mettendo in atto risposte concrete”
Don Francesco Mitidieri, cappellano del carcere di Taranto e presidente dell’associazione “Noi&Voi”, promuove progetti di inclusione sociale e lavorativa per i detenuti. La sua esperienza presbiterale rappresenta un forte richiamo alla corresponsabilità economica a sostegno dell’azione dei sacerdoti, come suggerito dalla campagna Sovvenire della Cei, “Uniti nel dono”
Centinaia di giornalisti hanno partecipato al pellegrinaggio giubilare verso la Porta Santa di San Pietro, in un clima di comunione fraterna e profonda emozione. Partendo all’alba da Castel Sant’Angelo, i partecipanti hanno attraversato via della Conciliazione in preghiera, riflettendo sul ruolo e sulla responsabilità della comunicazione. Il momento culminante è stato l’attraversamento della Porta Santa, accompagnato dalla preghiera e dalla meditazione sul Messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. In basilica, i pellegrini hanno vissuto un tempo di preghiera e raccoglimento, riscoprendo la propria missione di comunicatori di speranza e verità
Il Giubileo della comunicazione è un’occasione per riscoprire il senso profondo del nostro impegno come giornalisti e comunicatori, uniti nella missione di raccontare la verità e di prenderci cura del mondo attraverso le parole. È un richiamo alla speranza che ci unisce, spingendoci a ricominciare con coraggio e comunione, lontano da logiche di potere che sacrificano verità e umanità. Citando don Primo Mazzolari, scrivere significa curare le parole e, con esse, il mondo. Questa è la sfida del comunicare: costruire reti e trasmettere speranza concreta, fondata nella fede. Un punto di partenza per ritrovare il cuore della nostra vocazione
Comunicare è uscire un po’ da se stessi per dare del mio all’altro. E la comunicazione non solo è l’uscita ma anche l’incontro con l’altro. Saper comunicare è una grande saggezza. Io sono contento di questo Giubileo dei comunicatori. Il vostro lavoro costruisce la società, costruisce la Chiesa. Fa andare avanti tutti. A patto che sia vero”.
In concomitanza con il Giorno della Memoria, che si celebra il 27 gennaio, il consiglio pastorale di Montagnana – in collaborazione con la sezione locale di Italia Nostra – promuove un incontro pubblico per ricordare due religiosi che, a rischio della propria vita, durante la Seconda Guerra si sono adoperati per mettere in salvo persone che per questioni di razza o di convinzioni versavano in grave pericolo.
Il pellegrinaggio è un invito a uscire dalla stanzialità e a ritrovare la dimensione relazionale della comunicazione. Nel movimento si intrecciano amore e donazione, mentre il Giubileo diventa appello a varcare la Porta Santa come simbolo di apertura. La speranza, tema fondante dell’Anno Santo, collega la propria esperienza a quella degli altri, trasformando la comunicazione in “arte della soglia”. È un richiamo a oltrepassare il presente, per immaginare insieme un futuro diverso, guidati dal sogno e dalla responsabilità
Nel Giubileo del mondo della comunicazione c’è il rischio che entusiasmo e frenesia eclissino il senso autentico dell’evento. Eppure, la riunione di migliaia di operatori a Roma rimette al centro la Parola come bussola del servizio. Nell’era delle redazioni h24, occorre uno spazio di riflessione personale e comunitaria. Essere pellegrini di Speranza significa narrare il mondo con uno sguardo aperto alla redenzione e al bene
Il Giubileo del mondo della comunicazione - il primo degli appuntamenti del calendario dell'Anno Santo in programma dal 24 al 26 gennaio - è un’occasione preziosa di confronto sui molteplici e complessi aspetti della comunicazione e di rilancio di un impegno comune, di un lavoro in rete, con attenzione costante alle relazioni, alle persone e alle comunità, da accompagnare e promuovere. Proprio in questa direzione la Chiesa si sta muovendo non solo in Europa ma in tutti i continenti, di fronte anche alle sfide delle nuove tecnologie.