Dal 2015 sono circa 100mila all’anno gli italiani che lasciano l’Italia e per la gran parte sono giovani; solo nel 2017 il 53,7% dei nostri emigrati ha un’età compresa tra i 18 e i 39 anni.
Alla fine anche a Padova sono arrivate le sardine. Hanno riempito piazza delle Erbe con i loro pesci multicolori e un’allegria contagiosa. Una piazza bella, colorata, pacifica, autoconvocatasi per dire con forza che c’è chi non accetta la deriva rancorosa e identitaria che come un virus sta attraversando l’Italia.
L’insoddisfazione, il vivere di calcolo, l’apparire, la superficialità nei rapporti, caratterizzano oggi il vuoto esistenziale. Mentre la mondanità tenta di annullare la ricerca della dimensione spirituale, anche come ricerca di senso, nello stesso tempo l’umanità sembra gridare, con il disagio esistenziale palese o nascosto, che ha bisogno oggi di testimonianze che rimandano al Mistero. Maria nel suo cuore ha goduto della sua adesione a Dio: nel duplice movimento esistenziale ha offerto la sua vita al Signore e ha donato Gesù all’umanità. Nell’incontro dell’offerta e del dono Maria ha tracciato la missione di ogni donna. Ella è chiamata ancora oggi dallo Spirito a rendere visibile con la propria vita il Dio con noi, divenendo come Maria donna di fede, di speranza, di comunione, di tenerezza, di concretezza, di gratuità, di dono, per potere costantemente umanizzare la terra abitata da Dio
Qua e là emergono storie e rigurgiti di antisemitismo, che cosa vogliono annunciare? Sono residui non elaborati, non riflessi che poggiano su ideologie che poco o nulla hanno a che vedere con la Parola che diventa carne. Chi conosce la storia e la teologia non esita ad affermare che l’antisemitismo consiste in un’ostilità che si fonda su enunciati "chimerici", provenienti da immaginazioni fantastiche, che attribuiscono a tutti gli ebrei comportamenti che non sono mai stati osservati nella realtà e, quindi, non racchiudono un “nocciolo di verità” (G. Languimir)
E’ “Maria nell’Annunciazione” il fulcro della prima predica di Avvento di padre Raniero Cantalamessa, tenuta oggi nella Cappella Redemptoris Mater del Palazzo apostolico, alla presenza del Papa.
Succede sempre più spesso che, anche indipendentemente dal desiderio di ricevere un sacramento, i pazienti che contemplano il suicidio assistito richiedono un accompagnamento umano e spirituale e desiderano la presenza di un operatore pastorale o di una persona impegnata nella Chiesa. A volte la richiesta arriva al punto di desiderare un prete che possa accompagnare il paziente fino al momento della somministrazione del prodotto letale. Come rispondere? Un documento dei vescovi svizzeri esplora modi e tempi di accompagnamento spirituale e presenza
“Siamo di fronte a ragazzi che magari conoscono più parole rispetto a quelle conosciute dai loro coetanei fino a vent’anni fa, però, la loro attenzione è più superficiale sul testo”.