Il Mes, o Fondo salva-Stati, è un argomento non popolare, forse pretestuoso per alzare lo scontro in vista delle elezioni regionali di gennaio che aggiungerà altri temi di maggiore impatto sull'opinione pubblica. Non per questo da sottovalutare perchè è in gioco la credibilità del nuovo Governo agli occhi europei, la maggioranza trovata dopo il colpo di scena estivo
“Hate speech online: tra libertà di espressione, pensiero critico e responsabilità” è il tema dell’intervento tenuto da Stefano Pasta, giornalista e ricercatore al Cremit (Centro di ricerca sull’educazione ai media dell’informazione e alla tecnologia) dell’Università Cattolica di Milano, sabato mattina alla Pontificia Facoltà Scienze dell’Educazione Auxilium di Roma.
I cieli hanno nuova dimora. I cieli sono qui. Non servono grandi ragionamenti. Non serve denaro. Non serve strategia o pubblicità. Serve solo di avere gli occhi aperti. Serve quella semplicità di cuore che sa accorgersi delle cose. Serve l'attesa, perché solo per chi attende arriva qualcosa. E per noi è più vero ancora perché solo per chi attende arriva Qualcuno. Così la nostra preghiera si fa cortissima, come un respiro che sussurra continuamente Maranathà, Vieni Signore Gesù
“Responsabili nella vita quotidiana, nelle scelte, nel servizio, consapevoli del dono della responsabilità condivisa di cui gustare la bellezza; generosi perché capaci di spendere i propri talenti con gratuità; competenti, perché è necessario ridare importanza alla preparazione”.
Parla l’arcivescovo Ian Ernest, direttore del Centro Anglicano di Roma e rappresentante della Comunione Anglicana presso la Santa Sede. È intenzione di Papa Francesco e dell’arcivescovo Welby recarsi in Sud Sudan per favorire il delicato processo di pace e dare una speranza alla popolazione. E ai leader politici dice: “Hanno nelle loro mani, come un fragile uccello, il destino del popolo sud sudanese, cosa ne vogliono fare? Vogliono aprire le loro mani in modo che il popolo possa spiccare liberamente il volo oppure vogliono farlo morire nella povertà, nella ingiustizia, nel conflitto. Tutti saremo giudicati dalle nostre azioni”
Dopo l'acqua granda del 12 novembre si scaldano gli animi sul futuro della città, ma la grande opera invocata dalla politica potrebbe non bastare. I cambiamenti climatici e l'innalzamento dei mari incombono, senza contare i problemi strutturali di un progetto sperimentato male. Se funzionerà, il Mose avrà una gestione molto conflittuale. Le maree chiederanno chiusure frequenti a danno dell'ecosistema e della portualità