Dopo il caso Segre: l’antisemitismo si batte con la relazione

Furono l’assenza di domande, la rinuncia alla responsabilità comune e all’empatia, l’imposizione e l’accettazione di un’esclusiva visione del mondo, a negare i diritti fondamentali dell’uomo, sprofondandolo in un vortice di dolore senza precedenti nella storia. E facciamo nostra la lezione di un grande pensatore di origine ebraica, Hans Jonas, quando reinterpretando l’imperativo kantiano, affermò: “Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra”

Confessioni di un Sadduceo

La cosa più sorprendente è che io credo come tutte le persone semplici che credono in Lui e si avvicinano a Lui. Infatti, voglio mescolarmi con quelle persone in modo che nulla mi distragga dall'essere vicino a Lui. Più sono anonimo e nascosto io, più sono uno tra gli altri, tutti insieme e uguali, più è Lui, più sono in Lui

Il reddito di cittadinanza ha bisogno di un tagliando

Una messa a punto del provvedimento è doverosa. Anche per evitare che le contraddizioni obiettivamente presenti diventino il pretesto per azzerare tutto e rinnegare il cammino faticosamente compiuto in questi anni, a partire dalla proposta del reddito d’inclusione sociale, lanciata dall’Alleanza contro la povertà nell’ormai lontano 2013

L’Europa dell’est dopo il Muro di Berlino: punti fermi e interrogativi

In moltissime città d'Europa sono in corso le celebrazioni che ricordano i fatti del 9 novembre 1989. Crollava, assieme al muro che divideva in due Berlino dal 1961, il sistema sovietico. Gli Stati ex comunisti, ritrovata libertà e democrazia, fecero subito domanda di adesione alla Comunità europea. Trascorsi 30 anni, a che punto si trovano i Paesi dell'Europa centro-orientale? Quali le condizioni politiche, sociali e culturali? Elites e popoli hanno fatto i conti con la storia?

Mons. Santoro su ArcelorMittal ed ex Ilva: trovare soluzioni per Taranto, per i cittadini e per i lavoratori

Occorre uno sforzo di rinnovata analisi e di creatività per far nascere posti di lavoro stabili. Se si decide poi per il ridimensionamento della fabbrica si deve “pre-vedere” un piano di graduale occupazione delle diverse migliaia di persone in questo territorio. Queste, lasciando il siderurgico, dovranno poter usufruire di nuovi investimenti, per sviluppare anche il terziario, una agricoltura di eccellenza, l’utilizzo delle risorse del mare e il turismo. Diversamente continueremmo nella stessa paralisi attuale accontentandoci di false soluzioni con ammortizzatori sociali che durerebbero 10-20 anni, senza creare nuova occupazione, non rispettando così la dignità della persona umana che si realizza nel lavoro