Alla domanda che cosa c’è dopo la morte, il mondo biblico risponde: nulla! «Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele» (Lc 24, 21). «Noi speravamo»: per un verso esprime la grande attesa riposta in Gesù di Nazareth, per l’altro il fallimento, la tristezza, la disperazione.
L’interrogativo tradisce una preoccupazione divenuta oramai rara, quella della vita dopo/oltre la morte. Chi si cura oggigiorno di cosa ne sarà di sé, una volta compiuto il proprio cammino sulla terra? Eppure è una questione seria.
Perché sono importanti i sacramenti per la fede? Credo che in questa domanda si possa percepire in filigrana una difficoltà sempre più crescente ai nostri giorni: anche tra chi si dice cristiano non è più scontato che si avverta l’urgenza di accedere ai sacramenti quali forme essenziali di generazione e maturazione della fede. L’esperienza drammatica del Covid ha accelerato una dinamica in atto da tempo e sta lasciando un long effect spirituale.
La sessualità esprime un linguaggio ampio e diversificato rispetto al modo comune che, per lo più, la intende come uso della genitalità, il cui scopo è il piacere o la generazione. Infatti il linguaggio del corpo si esprime con uno sguardo, una stretta di mano, una carezza, un abbraccio, un bacio, un amplesso. Esiste una progressione nei nostri gesti