Avviso Pubblico lancia AP-profondimenti, un progetto che mira a far conoscere le mafie e il loro modo di agire, partendo dalla consapevolezza del loro mutamento nel tempo.
Arriva a Padova l’Antimafia itinerante l’iniziativa organizzata dalla Direzione investigativa antimafia (Dia) in occasione delle celebrazione del suo 30esimo anniversario.
Padova celebra il 21 marzo, Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, ricordando Matteo Toffanin ucciso da una raffica di colpi domenica 3 maggio 1992.
La variante criminalità viaggia sul web: più 39 per cento per i delitti informatici, più 32 per cento per truffe e frodi informatiche. Stabili i reati di usura, diminuiscono, invece il reato di riciclaggio e impiego di denaro.
Dalle prime luci dell’alba di oggi, 15 febbraio, è in corso una complessa operazione da parte del personale della Direzione investigativa antimafia (Dia) e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari che sta dando esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 75 soggetti in Puglia, Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto.
Le interdittive antimafia nella costruzione di edifici sono passate da 70 nel 2016 a 158 nel 2020 e arrivano già a quota 137 a settembre 2021. A dirlo è il Report nato dalla collaborazione tra Polizia Criminale e Eurispes.
Scoperta una truffa aggravata per l’indebito conseguimento di finanziamenti garantiti dallo stato per 4,3 milioni di euro che da Padova si perpetrava in tutto il territorio nazionale. Sono state complessivamente segnalate all’Autorità Giudiziaria 20 persone fisiche. Due sottoposte agli arresti domiciliari, in quanto ritenuti i principali artefici del meccanismo truffaldino, due all’obbligo di dimora, due aquello di presentazione alla polizia giudiziaria e 23 persone giuridiche per illeciti amministrativi dipendenti da reato.
Aveva sede a Milano ma operava anche in provincia di Padova la società operante nel settore delle costruzioni nei confronti del cui titolare la Direzione investigativa antimafia (Dia), il 9 febbraio ha eseguitoha eseguito un provvedimento di sequestro di beni mobili ed immobili su disposizione del Tribunale di Catanzaro.
Quattro opere sacre sono state recuperate dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale (Tpc) di Venezia, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Padova, nell’ambito di specifici servizi di controllo del mercato dell’arte finalizzati a prevenire e contrastare il commercio di beni culturali di provenienza illecita.