La sua “giurisprudenza” non si risolse soltanto in dottrina giuridica e non fu meramente teorica, attenta cioè esclusivamente alla lettera dei codici e ai cavilli che vi si nascondono. Il suo sapere giuridico, piuttosto, fece tutt’uno con il suo vissuto di persona giusta, la sua osservanza delle leggi fu l’abito di cui si rivestiva la sua interiore giustizia. Fu così che la legalità, nella sua vicenda - come in quella di Giovanni Falcone e di tante altre vittime innocenti delle mafie -, non si travisò in retorica e men che meno degenerò in tornaconto carrieristico, ma s’intrecciò effettivamente con la giustizia.
«Onorare la memoria del giudice Borsellino e delle persone che lo scortavano significa anche non smettere di cercare la verità su quella strage» ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
La denuncia dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil che questa mattina a Roma ha presentato il quarto rapporto sul tema. Circa 400 mila i lavoratori a rischio ingaggio irregolare e sotto caporale. Circa 30 mila le aziende che ricorrono al caporale, sono una su quattro
Da gennaio a maggio 2018, i fascicoli aperti dall'Anac sono stati 334 mentre in tutto il 2017 erano stati 364, 174 nel 2016 e appena 125 nel 2015. Per Michele Corradino, commissario dell’Anac e magistrato del Consiglio di Stato, «i cittadini devono essere sentinelle, le persone devono essere coinvolte dallo Stato. Quando la gente è chiamata a contrastare la corruzione, reagisce positivamente. Pensiamo al dibattito in merito alla trasparenza nelle Pubbliche amministrazioni: si riteneva che i cittadini si sarebbero interessati soltanto agli stipendi dei dipendenti, invece le sezioni più controllate sono quelle relative agli appalti».
A Cirò Marina (Kr) giovedì 12 luglio alle 10.30 presso il Teatro comunale, Rosy Bindi, già presidente della Commissione parlamentare antimafia; Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico; Federico Cafiero De Raho, procuratore nazionale antimafia e Susanna Camusso, segretario generale Cgil nazionale si confrontano sul tema del contrasto alla presenza mafiosa nel sistema economico, sociale e istituzionale del nostro Paese.
Nel 2017 boom di arresti per crimini contro l’ambiente e di inchieste sui traffici illegali di rifiuti. La Campania ancora una volta in testa per il numero di reati, concentrati per il 44 per cento nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa. Il fatturato dell’ecomafia sale in un anno del 9,4 per cento e arriva a quota 14,1 miliardi.
L’associazione fondata da don Luigi Ciotti mette a disposizzione di chi assiste a episodi opachi, condotte corruttive o di stampo mafioso e vuole segnalarli o denunciarli un servizio telefonico gratuito e riservato che intende essere di sostegno a chi fa la scelte di denunciare.
Il rapporto, alla luce delle sedici raccomandazioni avanzate dal Greco nel secondo rapporto, valuta che otto raccomandazioni adottate dalle autorità italiane sono state implementate o affrontate in modo soddisfacente, altre sette sono state “parzialmente implementate” e una per niente.
L'accordo ha lo scopo di sviluppare collaborazioni, condividere procedure e informazioni utili ad aumentare la capacità di prevenzione e contrasto dei reati e dei crimini informatici.