Valerio Mastandrea firma con "Nonostante" un film intenso e poetico sulla vita e la morte. Lucio Pellegrini, con "Gioco pericoloso", esplora tensioni psicologiche e desiderio artistico. Due opere diverse, ma accomunate da un profondo sguardo sull’animo umano
Sicuramente siamo rimasti tutti profondamente abbattuti dal pestaggio in auto vissuto dal musicista milanese Sergio Orlandi a opera di un quattordicenne, uno studente della scuola media in cui il trombettista jazz insegna, e di un suo amico più grande.
Contro la tecnocrazia, contro l’iper-individualismo, contro i sovranismi, contro la disumanizzazione dell’uomo di chi vorrebbe andare oltre l’uomo (transumanesimo).
La miniserie Netflix “Il Gattopardo”, che (ri)porta sullo schermo l’epopea risorgimentale di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, sembra rifarsi in termini visivo-estetici ai period drama inglesi, “Downton Abbey” o “The Crown” in testa. Una scommessa importante, che si gioca per un nuovo pubblico, soprattutto estero. Arriva nelle sale dal 6 marzo il noir-horror gotico firmato da Pupi Avati, “L’orto americano”, scelto come film di chiusura per l’81a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia.
Circolava tempo fa una barzelletta in cui alla domanda se le frecce dell’auto funzionassero, l’interpellato rispondeva “adesso sì – adesso no”, seguendo il ritmo del lampeggiante.
La Palma d’oro del 77° Festival di Cannes, “Anora”, conquista l’olimpo hollywoodiano: vince 5 premi di peso nella 97a edizione degli Academy Awards, assegnati nella notte del 2 marzo a Los Angeles. È stato incoronato miglior film dell’anno.