Fra pochi giorni (il 12 settembre nel nostro Veneto e in varie altre regioni, mentre in altre con qualche giorno di differenza) riaprono le scuole. Si direbbe – ed è il caso di ripeterlo – con i soliti problemi, sia per quanto riguarda l’assegnazione dei docenti (forse ancora più problematica quest’anno...), sia per altre questioni, come ad esempio per l’adeguamento degli edifici, nonostante qualche passo in avanti si sia fatto nelle ristrutturazioni; ma restano moltissime carenze proprio in queste fondamentali strutture statali, mentre si esige (giustamente, ma con ben maggiore severità) la messa a norma in quelle non statali...
Commenta così "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie" le anticipazioni del nuovo disegno di legge anticorruzione che si reggerebbe su due pilastri: il cosiddetto "Daspo" per i corrotti e l'estensione della figura dell'agente sotto copertura anche ai reati contro la Pubblica amministrazione che attualmente è limitato a reati di mafia e traffico di stupefacenti.
Dal nobile tentativo di creare dinamiche conversazionali alla nascita delle "camere dell'eco" dove sempre più utenti del web vogliono leggere e sentire solo quello che è in linea con le proprie idee. Sono le storture della comunicazione social, nelle quali anche la politica deve sapersi destreggiare. Con il rischio di ritrovarsi invischiati nelle fake news.
Quali post pubblicare, studio meticoloso del sentimento degli elettori che circola in rete, l'hashtag giusto al momento giusto. Dietro agli exploit social di Matteo Salvini, Luigi Di Maio e, in generale, dei 5 Stelle ci sono due figure su tutte che lavorano nella penombra. Luca Morisi e Pietro Dettori.
Con un video di nove minuti e 25 secondi, nel 1994, Silvio Berlusconi rivoluziona la politica e con essa la comunicazione. Ma Forza Italia, il partito delle "prime volte" che ha segnato la strada, in questa era digitale rincorre gli avversarsi. Antonio Palmieri, responsabile internet e nuove tecnologie del partito, racconta le strategie di oltre 20 anni di carriera di Berlusconi, nell'incertezza di un futuro che non permette di pensare a strategie programmabili.
La Convenzione dei diritti dell’uomo compie 65 anni. «È un meccanismo di sicurezza unico che protegge oltre 830 milioni di persone. Che sia applicata dalle giurisdizioni nazionali o dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, la Convenzione ha cambiato la vita delle persone in tanti modi diversi in tutto il continente» spiega il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland.
Quelle del marzo 2018 sono state le elezioni più social di sempre. I partiti e i leader politici, complice anche il taglio del finanziamento pubblico, hanno dirottato le campagne sul web, dove però il consenso non si traduce immediatamente in voto.In realtà, anche se i quotidiani cartacei continuano a perdere copie, la comunicazione politica per essere efficace deve saper equilibrare la rete con i vecchi media, soprattutto la tv, ancora largamente scelta dagli italiani quale mezzo di informazione per eccellenza.
Spezzoni di interventi televisivi o comizi, dirette per dialogare con i proprio followers, o filmati per dimostrare di essere tra la gente, presenti nei territori. La comunicazione politica pre e post voto ha avuto un denominatore comune tra i vari candidati: l'utilizzo dei video social. Dai numeri inarrivabili di Salvini a un format innovativo ideato da Renzi.
Un post su Facebook o un commento su Twitter. Un video su YouTube o una foto su Instagram. Anche la politica ha dovuto aggiornare il suo registro comunicativo, azzerando i tempi per essere al passo della nuova era, in cui si è sempre in campagna elettorale. La visione di Fabio Bordignon, docente di scienze politiche all'Università di Urbino.